Il Fatto 17.7.16
Il Corriere ha un padrone, Repubblica è (dell’) azionista
di Marco Palombi
Il
Corriere della Sera e la Repubblica – i due più importanti giornali
ita- liani, entrambi in fase di riassesta- mento – sono diversi, ma
sulle cose im- portanti vanno d’accordo: entrambi vogliono fare le
riforme (deflazionare i salari) per aumentare la produttività
(deflazionando i salari) rendendo il si- stema Italia più competitivo
(taglian- do i salari più dei vicini). I due fogli con- servano, però,
le loro differenze: il Cor- riere, in omaggio al sano pragmatismo della
borghesia lombarda, vuole defla- zionare i salari con chiunque,
RepubblicasoloconRenziperchéèdisi- nistra o comunque governa sven-
tolando quella bandierina (la ban- dierina è fondamentale: tutto si
può fare, basta agitare quella giusta). Ieri, però, leggendo
Repubblica, ab- biamo scoperto un’altra differenza e mica roba da poco.
La si coglie nel ti- tolo in prima pagina sull’esito della sfida per il
controllo di Rcs (hanno vinto Cairo e Intesa; ha perso Medio- banca).
Questo: “Il Corriere ha un nuovo padrone”. Nientemeno. Eppu- re per la
fusione di Repubblica e Stam- pasi diceva continuamente “il presidente
De Benedetti” di qua, “il presidente Elkann” di là; “l’ad Mondardini”
sopra, “l’azionista” sotto e via così. Al Corriere, invece, hanno il
padrone. Nuovo e quindi ne avevano uno pure prima. Uno dice: e De
Benedetti allora? Non scherzia- mo: Repubblica è un progetto cultura-
le, il giornale che vuole creare in Italia il partito azionista di
massa. Per ora – parafrasando il vecchio adagio – la massa magari no, ma
intanto c’è l’a- zionista (mica il padrone).