sabato 16 luglio 2016

Repubblica 16.7.16
La paura. Grossman “Le democrazie europee perderanno l’innocenza”
Per lo scrittore israeliano il rischio è che il terrore del diverso spinga i governi a leggi sempre più repressive. Come accade nel suo paese
intervista di Fabio Scuto


GERUSALEMME. «Il “lupo solitario” adesso si aggira per le strade delle città europee e questo avvierà una serie di azioni che sono destinate a ferire la democrazia, ad andare verso leggi straordinarie che limiteranno la libertà personale del cittadino. Le democrazie europee perderanno presto la loro innocenza». Lo scrittore israeliano David Grossman prova a tracciare un percorso per convivere con il terrorismo, con cui Israele si confronta da molti anni. «Vivere col terrorismo dimostra ancora una volta a che punto la natura umana sia flessibile, fino a che punto impariamo ad adattarci alla dittatura della paura».
Le leggi speciali mettono nelle mani degli apparati dello Stato un potere che potrebbe essere usato in maniera molto discrezionale… «Per la sua cecità nel colpire gli innocenti, il terrorismo ha una forza immensa, in grado di paralizzare una società civile e rafforzare gli stereotipi razzisti. E’ prevedibile che tanto più una società è esposta al terrorismo, tanto più le forze nazionalistiche e razziste diventino più potenti. Vedremo nel prossimo futuro sempre più governi di destra: questo provocherà un’azione sempre più dura degli stessi governi e questo spingerà queste minoranze verso una ulteriore radicalizzazione».
E’ un quadro molto nero …
«Questo atteggiamento verso le minoranze metterà in dubbio la loro identificazione nazionale e saranno sempre più numerosi quelli che troveranno nella religione un mezzo per esprimere la propria identità. Purtroppo alcuni Paesi europei conosceranno presto la forza distruttrice del terrorismo».
Come uscire da questo circolo vizioso?
«Ci sono mezzi per indebolire il terrorismo. Prima di tutto bisogna combatterlo militarmente nei luoghi di origine. Poi è necessario aumentare l’allerta, sia della popolazione sia delle forze dell’ordine. Alla fine, però, il modo di minare anche se molto lentamente le fondamenta del terrorismo è per forza il cambiamento nel modo di rapportarsi della maggioranza nei confronti delle minoranze. Deve esserci un cambiamento di quelle condizioni che oggi conferiscono un’attrazione così grande al terrorismo fra le minoranze musulmane europee».
Quindi i paesi europei dovranno adottare queste misure di emergenza, anche se è già chiaro che i musulmani ne saranno gli obiettivi principali?
«Al momento in cui la paura del terrorismo viene formulata, inizia una catena di azioni che ferisce la democrazia. Tuttavia ci sono situazioni di emergenza, che di fatto sono situazioni di guerra, in cui la democrazia deve difendersi, soprattutto perché ci sono forze che vogliono distruggerla. Questi mezzi devono essere scelti con estrema cura e devono essere usati con prudenza ed andando “al risparmio”, e al termine della campagna contro il terrorismo, bisogna immediatamente sospenderli».
I francesi però non hanno la più pallida idea di che cosa significhi avere limitazioni delle libertà personali.
«Il pericolo è che i governi che hanno usato decreti di emergenza per combattere il terrorismo, siano poi restii ad rinunciarvi e continuino a controllare o addirittura a spiare, i propri cittadini. D’altra parte, il modo in cui i francesi hanno rifiutato di misurarsi con la realtà e con il fatto che devono combattere la guerra contro il terrorismo sul loro territorio nazionale è un approccio molto pericoloso, che non corrisponde più alla realtà dei fatti ».
C’è anche un’Europa islamica. Milioni di musulmani che vivono la loro fede in maniera meno complessa e certamente non violenta: che fare con loro?
«E’ interesse anche dei musulmani moderati che il dito accusatore sia rivolto verso gli estremisti islamici e questo è anche il compito della leadership della comunità musulmane in Europa, condannare ed operare contro ogni manifestazione di estremismo nelle loro comunità in maniera aperta e chiara».