sabato 16 luglio 2016

Repubblica 16.7.16
Il blitz Verdini-Zanetti fa arrabbiare il Pd
Non è solo la minoranza, anche tra i renziani c’è chi chiede le dimissioni del viceministro di Scelta Civica
di Giovanna Casadio Stefano Bartezzaghi


ROMA. «Un fulmine a ciel sereno». Al Nazareno, sede dem, il blitz del viceministro di Scelta civica Enrico Zanetti di creare un gruppo con Verdini e i suoi, è giudicato una brutta vicenda. Nel Pd c’è irritazione. E la rabbia tra i Democratici dilaga, non solo nella minoranza del partito - che di Zanetti chiede le dimissioni dal governo. Anche i renziani polemizzano: c’è chi spinge l’acceleratore e si aspetta le dimissioni e chi consegna al premier la patata bollente perché trovi una soluzione e calmi le acque. Tutti sono concordi nel ritenere che sarebbe stato meglio che la campagna acquisti di Verdini, che ha arruolato il vice ministro all’Economia, non ci fosse stata.
Lorenzo Guerini, il vice segretario, dice che nei prossimi giorni si valuterà. Per ora non ci sono conseguenze. La ricostruzione in casa Pd è questa: mercoledì sera i verdiniani a cena si sono visti per fare decollare con Zanetti e i tre che lo hanno seguito nella nuova avventura di “Scelta civica verso cittadini per l’Italia”, un comitato per il Sì al referendum costituzionale. E invece è finita con la scissione dei montiani, la lite sul simbolo e soprattutto quel gruppo a Montecitorio che mischia parlamentari montiani in maggioranza e i verdiniani finora fuori dalla porta della coalizione.
Stefano Esposito, senatore renziano, è indignato due volte: per la scelta di Zanetti e per il pressing della sinistra dem per le dimissioni: «Nel momento delle tragedie a Nizza e in Puglia, come si fa a occuparsi di cosa fanno Zanetti e Verdini. Discutere della scissione dell’atomo, è triste. Però penso che Zanetti potrebbe dimettersi per non dare adito a chissà quali ipotesi politiche, che non esistono ». Più cauti Angelo Rughetti, il presidente del partito Matteo Orfini, i capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda. Anche Alfano non ha gradito.
In Senato, dove la maggioranza traballa, in realtà non ci sono novità: i 18 verdiniani continuano con il loro gruppo Ala e i montiani sono già entrati nel Pd. Però il caso nel governo non si può ignorare. In Scelta civica il conflitto finisce a carte bollate. Lite sul simbolo, il capogruppo alla Camera, Giovanni Monchiero non intende mollarlo. Zanetti è certo che la settimana prossima sarà raggiunta quota 20 deputati e sarà possibile creare un gruppo a Montecitorio. Per ora i verdiniani sono Ignazio Abrignani, Luca D’Alessandro, Massimo Parisi, Giovanni Mottola, Monica Faenzi, Giorgio Lainati, Pino Galati e Saverio Romano. Con Zanetti ci sono Mariano Rabino, Giulio Cesare Sottanelli e Angelo D’Agostino più Marco Marcolin dell’area di Tosi.