giovedì 14 luglio 2016

Repubblica 14.7.16
L’intervista Nicola Fratoianni (Sel)
“Zedda sbaglia, non si torna nel centrosinistra”
Questo governo va sconfitto, lo snodo è il referendum costituzionale. Il sindaco di Cagliari come si schiererà?
intervista di C. L.

ROMA. «Fate autocritica e dimettetevi». Il documento firmato dal sindaco di Cagliari Massimo Zedda e da altri esponenti sardi e non solo di Sinistra Italiana scuote i vertici e mette in discussione la linea. È l’ala che contesta i “risultati fallimentari” e rilancia l’allenza col Pd, presagio forse di nuove scissioni a sinistra. Anche perché i big di SI rilanciano, fanno quadrato: con Renzi non si va.
Niente autocritica, niente dimissioni Nicola Fratoianni, coordinatore di Sel?
«Se il problema fossero le mie dimissioni, sarebbe ben poca cosa. Sono a disposizione del congresso e della direzione che forse alcuni compagni farebbero bene a frequentare di più. Non mi pare questo il problema».
In effetti il problema che Zedda e altri indicano è la “deriva ambigua e confusa” che ha portato allo schianto elettorale di giugno.
«Coi risultati elettorali bisogna sempre fare i conti, sono stati certo al di sotto di quelli sperati. Ma la soluzione non può essere il ritorno a un centrosinistra astratto come se non ci fossero state le politiche contro le quali ci siamo battuti in questi anni. È una questione di merito, la loro è una rimozione psicologica».
Cosa rimuovono?
«Non fanno un cenno al Jobs act, alla riforma costituzionale, alla Buona scuola, allo Sblocca Italia. Sono quelle le politiche contro le quali abbiamo costruito una prospettiva di sinistra e alternativa al Pd e al governo Renzi. Per far cosa ora? Per tornare indietro? Sono io che vorrei fare una domanda a Zedda».
La faccia.
«Cosa voterà al referendum di ottobre? È convinto anche lui come noi che la riforma vada cancellata, che questo governo vada sconfitto, come pensa di condurre questa campagna referendaria? Perché quello snodo è decisivo. Lui che ne pensa?» Sostengono che col Pd bisogna tornare a dialogare.
«Perfino Renzi ha qualche dubbio adesso sul suo operato, singolare che non lo abbiano i compagni sardi, il quadro è in movimetno, la rabbia sociale monta, c’è una crisi democratica che non si risolve con un generico appello».
Quella rabbia sociale che voi non intercettate più e che alimenta invece il M5S?
«È un problema, certo. Ma se immaginano che la risposta sia un’alleanza coi “sistemici contro gli antisistemici”, per citare Franceschini, sbagliano di grosso».
E come si risponde?
«Col No al referendum e mandando a casa il governo».
Non temete l’ennesima scissione a sinistra?
«A me piacerebbe confrontarmi e stare uniti. Ma occorre anche chiarezza sulla prospettiva».