Il Sole 14.7.16
Si alza il sipario sulla nuova sinistra di Pisapia e Zedda
di Lina Palmerini
Quello
che solo pochi giorni fa sembrava un esame difficile per il Governo è
stato superato senza problemi. La maggioranza al Senato arriva a quota
167 senza Verdini, il malessere dei centristi è congelato ma un altro
arcipelago si è messo in movimento. Quello di sinistra. E i riflessi su
Renzi e il Pd si faranno sentire presto.
Le amministrative sono
state un punto di snodo anche per il partito che fu di Vendola. I
risultati deludenti raccolti da Sinistra italiana – fatta eccezione per
Cagliari dove Sel è andata all’8% - hanno portato il conto anche in casa
loro. La strategia dell’antagonismo al premier come unica bandiera
identitaria non solo non ha pagato in termini di voti, ma si è rivelata
ancillare rispetto ai 5 Stelle. Un po’ come la Lega ha dato sangue a
Grillo, così ha fatto la sinistra. Ragionamenti che stanno accompagnando
le varie componenti della forza guidata da Fratoianni e stanno
emergendo due visioni: una che insiste sulla linea anti-Renzi; l’altra
che invece vuole riappropriarsi di contenuti e, su temi concreti,
costruire un ponte con il Pd, anche con il premier. Queste due sinistre
andranno presto a uno showdown.
Da una parte c’è la Sinistra
italiana di Nicola Fratoianni, Fassina, D’Attorre e Airaudo; dall’altra
c’è il sindaco di Cagliari Massimo Zedda che chiama a gran voce
l’ingresso in campo di Giuliano Pisapia per «svolgere il ruolo di
collante e rimettere insieme un’identità di sinistra con l’obiettivo di
governare». Parlare ieri con Zedda era complicato, il sindaco era scosso
e addolorato per l’incidente ferroviario in Puglia, ma non negava che
nei prossimi giorni ci sarà questo tema sul tavolo. Perché dire “no” a
Renzi per partito preso non è bastato a ritrovare una rappresentanza
perduta. E parlare solo al premier e del premier li ha messi in una
nicchia mentre non si è cercato un dialogo con i cittadini sui grandi
temi di oggi. Il risparmio per esempio.
Nel mezzo di una crisi
bancaria che rischia di coinvolgere migliaia di correntisti, può bastare
mettere all’indice banchieri e tecnocrazie europee per farsi ascoltare?
O non è più efficace dare una sponda al Governo italiano per spuntare
un accordo con la Merkel e mettere in sicurezza i risparmi dei
lavoratori? Qual è l’obiettivo: criticare Renzi o muoversi per tutelare i
cittadini? Ecco, questa è la nuova prospettiva di cui parla quell’altra
sinistra che cerca, con Giuliano Pisapia, una declinazione più pratica,
che offra soluzioni concrete smettendola con i tic e i riflessi
condizionati. E l’Europa è uno di quei temi su cui ricostruire
un’identità, magari mettersi a fianco di Renzi e Padoan per rafforzare
la posizione del Governo italiano nella battaglia contro l’austerità,
per evitare il crinale Brexit su cui soffia il mondo grillino e quello
leghista. «Non possiamo tifare contro Renzi anche su temi che sono di
sinistra. E non possiamo lasciare che il Pd istituzionalizzi il rapporto
con il centro-destra. Il punto è che la sinistra ritrovi la vocazione a
governare e per questo serve un’alleanza con i Democratici fatta su
temi che scegliamo e negoziamo. Come è accaduto a Cagliari. Altrimenti
staremo ai margini». Questa è la spinta di Zedda.
Che poi si dovrà
tradurre in un confronto con Renzi anche sulle modifiche all’Italicum. E
in una discussione serrata sul referendum. C’è quindi una sinistra che
ha voglia di emergere con un atteggiamento e un linguaggio nuovi.
Un’opportunità per il premier in vista dell’autunno. Anche se Pisapia
molti, anche nel Pd, lo vedono al posto di Renzi.