giovedì 14 luglio 2016

il manifesto 14.7.16
Città del cambiamento, oggi a Marghera Colau e De Magistris
European Alternatives. Oggi alle 18 incontro pubblico all'arena di piazza Mercato a Marghera
di Ernesto Milanesi

VENEZIA Nel giorno simbolo della rivoluzione francese, sindaci popolari e movimenti alternativi insieme per cambiare l’Europa sull’onda della trasformazione delle città-chiave.
Stasera appuntamento nell’arena di piazza Mercato a Marghera con l’iniziativa promossa dalla municipalità con European Alternatives.
Alle ore 18 (in caso di pioggia, nel vicino municipio) è in programma l’incontro pubblico con Ada Colau, sindaca di Barcellona, Luigi De Magistris, sindaco di Napoli, Gianfranco Bettin, presidente della Municipalità di Marghera, e Lorenzo Marsili fondatore di European Alternatives. Modera il giornalista Giacomo Russo Spena.
È l’occasione per mettere in comune le esperienze delle «città del cambiamento» e lanciare la rete delle «città ribelli» all’Europa delle lobby. Barcellona rappresenta la punta di diamante della svolta possibile in Spagna, mentre Napoli aggiorna la «rivoluzione arancione» altrove tradita grazie all’innesto dei centri sociali. Ma l’alternativa guadagna terreno in tutt’Europa: Birmingham e Bristol nel Regno Unito, il governo del Land Turingia in Germania, Grenoble in Francia, i governi regionali dell’Attica e delle Isole Ionie in Grecia, Wadowice e Slupsk in Polonia.
European Alternatives ha avviato da sei mesi un lavoro di prima mappatura dei territori in cui le iniziative di cittadinanza attiva combacia con originali amministrazioni votate all’innovazione. Di qui il meeting (21-22 aprile) a Barcellona dedicato ai trattati di «libero scambio» di ultima generazione. O l’assemblea del 19 maggio a Napoli promossa insieme a L’Asilo, Euronomade, Massa Critica e Act proprio per valorizzare l’esperienza di Barcelona en Comù.
Sottolinea Beppe Caccia alla vigilia dell’iniziativa di Marghera: «La stessa Commissione Europea ha recentemente sottolineato il ruolo guida delle città e delle aree metropolitane nella costruzione delle scelte dell’Unione. Alcuni dati dimostrano la rilevanza della questione: oltre il 70% degli europei vive in aree urbane, là dove si concentrano mobilità, produzione, commercio e relazioni sociali. Nelle aree metropolitane si determinano il 75% del consumo energetico e l’80% delle emissioni inquinanti. Ma le aree urbane sono anche il luogo dove politiche innovative potrebbero produrre risultati significativi per uno sviluppo sostenibile e una trasformazione sociale ed ecologica ancora più radicale».
Così l’alternativa alla crisi istituzionale di Bruxelles, come ai rigurgiti di sovranismo nazionalista, riparte proprio dalle città: «Come è stato nei momenti decisivi di transizione nella storia europea, possono tornare a svolgere un ruolo da protagoniste. E candidarsi ad essere luoghi di radicale innovazione politica, di vera e propria reinvenzione della democrazia. E, in questo modo, offrire risposte alle principali sfide della contemporaneità».