Corriere 14.7.16
Femminicidio, in 12 anni duemila vittime. Una ogni 48 ore
di Paola Pica
Oggi a Vienna la presentazione dell’Osservatorio europeo guidato dalla sociologa Corradi
Negli
ultimi 12 anni, 2.000 donne italiane sono state uccise da partner, ex, o
mariti. È questo uno dei dati che emerge dalla ricerca «Femicide across
Europe» che Consuelo Corradi, Prorettore dell’Università Lumsa,
presenta oggi al Forum of Sociology, appuntamento mondiale dei sociologi
in corso a Vienna.
Coordinata dalla stessa Corradi e da Shalva
Weil della Hebrew University of Jerusalem, una rete di 30 paesi europei
raccoglie e studia i dati disponibili. «Il nostro lavoro è complesso
perché le rilevazioni statistiche ufficiali non registrano il
femminicidio», dice la professoressa, che ha assunto di recente anche
l’incarico di coordinatrice della Consulta femminile del Pontificio
Consiglio della Cultura presieduto dal cardinale Gianfranco Ravasi.
«Dall’Osservatorio europeo sul femminicidio cercheremo di produrre una
raccomandazione ai governi: i femminicidi calano solo nei Paesi dove c’è
una cabina di regia sul territorio tra servizi, sanità e area della
giustizia».
In Italia i tassi sono costanti: tra le 2 e 3 donne
vittima di femminicidio per milione. «Ogni 48 ore una italiana viene
uccisa dal partner; negli anni “migliori”, una ogni 3 giorni». Il tema è
proprio questo: la spaventosa costanza, grave perché l’Italia presenta
un «rischio omicidiario», indice calcolato dall’Ufficio delle Nazioni
Unite, tra i più bassi al mondo, meno di 1 su un milione di abitanti, ed
è simile al tasso che si riscontra in Germania e in Olanda. In
Finlandia il tasso raddoppia, in Messico sale a 20 e in Colombia
raggiunge i 30 per milione di abitanti.
Eppure, dentro questo
indicatore è nascosto un numero duro, costante di «morti annunciate» e
quindi «prevedibili». «L’emergenza del fenomeno italiano è qui: nella
sua apparente inattaccabilità» dice ancora Corradi. Ma i confronti
internazionali mostrano chiaramente che la prevenzione è possibile e fa
la differenza. Dove i servizi di prevenzione sono scarsi o assenti,
spiega oggi a Vienna Corradi, il tasso di donne uccise dai partner è più
alto. Nell’Europa del sud, il Portogallo ha tassi pari a 4-6 donne
uccise per milione; la Lituania e i paesi dell’Europa dell’est, tassi
pari a 20-25. Gli americani, i primi al mondo nel capire e intervenire
sul femminicidio, hanno mostrato chiaramente che, nel momento in cui la
vittima denuncia lo stalker, il rischio può aumentare e deve essere
adeguatamente protetta.
«Ma la specificità italiana sono gli
uomini e di questi dovremmo parlare», conclude Corradi. Gli autori di
femminicidio sono prevalentemente giovani, nella fascia di età 28-48 e
incensurati. «Mostrano un atteggiamento ambiguo tra la fragilità e la
violenza, e questa ambiguità può confondere la donna e indurla a pensare
che potrà farcela da sola o che lui cambierà. E sono italiani: per più
del 70% dei casi le motivazioni del femminicidio stanno dentro la
relazione intima di coppia e le coppie in Italia si formano
prevalentemente su base etnica uguale».