Repubblica 12.7.16
Online il portale LGBT: conquista da divulgare
di Chiara Saraceno
DOPO
una falsa partenza oltre un anno fa, ritardi in parte dovuti a motivi
tecnici, ma in larga misura a motivi istituzionali e politici, da
qualche giorno è finalmente online il Portale di informazione
anti-discriminazione Lgbt (http://www.portalenazionalelgbt.it/).
Organizzato
attorno a sette aree tematiche, il sito vuole essere un punto di
incontro e di confronto, « plurale e pluralistico » , che « attraverso i
contributi di studiosi afferenti a diverse discipline, la collezione di
dati normativi, giurisprudenziali e di prassi amministrative, la
raccolta di materiale utilizzato in strategie di divulgazione e di
comunicazione » mira a creare uno spazio di discussione condivisa su
quelle « tematiche che riguardano i diritti e le libertà di molte
persone, la loro identità ed il modo di svolgere le loro relazioni e di
declinare le proprie affettività » . In un contesto politico e culturale
segnato da forti divisioni, malintesi e vera e propria ignoranza su
omosessualità e transessualità, è importante che vi sia un luogo “
neutro” in cui si forniscano informazioni, mettano a confronto le
situazioni in diversi paesi, presentino riflessioni pacate anche quando
non da tutti condivise.
È importante che di questo spazio si sia
presa la responsabilità lo stesso governo. Il portale, infatti, non è il
frutto di una iniziativa privata, di qualche gruppo o associazione. È
uno degli strumenti previsti dalla Strategia nazionale Lgbt, in
attuazione di una raccomandazione del Comitato dei ministri del
Consiglio d’Europa del 2010, al fine di « promuovere una maggiore
conoscenza della dimensione Lgbt per contrastare ogni forma di
discriminazione basata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere
» . La responsabilità è, appunto, in capo all’Unar, che nel 2012 ne
aveva affidato la realizzazione alla amministrazione comunale di Torino,
capofila, insieme a quella di Roma, della rete Re. a. dy — la Rete
nazionale delle pubbliche amministrazioni anti- discriminazioni per
orientamento sessuale e identità di genere. Era stato così istituito un
gruppo nazionale di lavoro, composto da esperti e da rappresentanti di
29 Associazioni Lgbt. A questo è stato successivamente aggiunto un
Comitato scientifico.
Un’organizzazione complessa, che testimonia
la cautela con cui ci si è mossi in un terreno che in Italia è purtroppo
minato ad ogni passo e che può in parte giustificare gli enormi ritardi
con cui si è arrivati alla messa online, per altro ancora parziale, del
portale. I difensori della “ famiglia naturale” e i nemici di una “
teoria gender” che esiste per lo più solo nella loro testa sono sempre
sul piede di guerra. Lo si è visto anche in questi giorni, dopo
l’annuncio della ministra Giannini sulle linee guida per le scuole che
si riferiranno anche alla parità di genere e alla non discriminazione. O
a Torino, dove una neo- eletta del Pd ha pensato bene di attaccare la
nuova sindaca per aver identificato nelle “ famiglie”, al plurale,
l’oggetto dell’interesse di un assessorato.
La cautela rischia
tuttavia di essere francamente eccessiva se la messa online avviene
nella clandestinità più totale. A differenza di un anno fa, quando la (
falsa) partenza fu annunciata con una conferenza stampa e un buon
battage comunicativo, ne sono al momento informati solo i soggetti che
vi hanno direttamente lavorato; la circolazione informale della notizia è
affidata ai social. Se si digita “ portale nazionale lgbt”, infatti,
ancora stamani ( ieri per chi legge) si è rimandati alla notizia dello
scorso anno. Non se ne trova traccia neppure sui siti dell’Unar e del
Dipartimento per le pari opportunità, che pure ne sono i responsabili.
Non c’è neppure un comunicato stampa, tantomeno un link al sito. Tenere
il portale nella clandestinità istituzionale non servirà a placare i
guardiani della famiglia naturale e della sessualità “ normale”. Rischia
invece di indebolire l’immagine e soprattutto l’azione dell’Unar, del
Dipartimento e della presidenza del Consiglio come istituzioni garanti
di una informazione corretta, di un confronto pluralistico e di
atteggiamenti non discriminatori. Coraggio. C’è ancora tempo per
recuperare quello perduto.