martedì 12 luglio 2016

Repubblica 12.7.16
Fuori i maschi, è l’altra metà del potere
Non sarà che davanti alla disastrosa situazione gli uomini abbiano pensato: ma laviamocene le mani!
di Natalia Aspesi

ANGELA Merkel cancelliera tedesca da tre mandati, da domani Theresa May prima ministra inglese al posto di Cameron, probabilmente, da novembre, Hillary Clinton presidentessa degli Stati Uniti.
Tre donne a capo delle tre nazioni più potenti del mondo occidentale, (e questo titolo la Merkel se lo è già conquistato): e tra poco potrebbe diventare segretario del Labour Angela Eagle, alle prossime elezioni politiche inglesi sfidante della May. E si sa il successo in Italia, in questo caso di giovani donne, le nuove sindache di Roma e di Torino. Partendo da loro e dal loro potere importante ma più casalingo, si può capire quanti grattacapi stiano precipitando su tutte queste signore.
Certo le donne devono essere orgogliose di un oceanico successo femminile, se si pensa che in Germania sino al 1918, in Inghilterra pure, per tutti gli stati Usa sino al 1920, in Italia sino al 1946, le donne non avevano neppure il diritto al voto, figuriamoci alla rappresentazione politica o a governare. Il problema è che le donne, non so gli uomini, o non si fidavano delle altre donne (per anni c’è stata per esempio molta diffidenza verso le mediche soprattutto se ginecologhe o chirurghe), o pensavano, e forse pensano ancora, che le donne arrivate al potere fossero, siano in grado di cambiarlo, femminilizzarlo, maternizzarlo. Basta pensare alla Thatcher, primo potentissimo e durissimo premier donna inglese e quindi europeo, per fare un balzo indietro, ammirati ma terrorizzati. Infatti pur essendo una signora e anche britannicamente carina, nessuno si fermò su questo particolare rivoluzionario, cioè che era una donna, una cosa mai vista in Inghilterra da almeno 500 anni. Dimenticando che quando allora due Tudor diventarono regine, la prima macellò ogni sospettato di professare la fede anglicana, la seconda chiunque professasse quella cattolica. La Merkel pur col sorriso e i modi femminili e persino un atteggiamento non necessariamente materno verso i disperati del mondo, tiene in mano la depressa comunità europea con pugno di ferro, non necessariamente maschile. Per le altre potenti si vedrà.
Ma forse ad essere un po’ sospettose oltre che entusiaste, non è detto che si sbagli: è già capitato non in politica ma in alcune professioni, un tempo esclusivamente maschili, poi soprattutto femminili. Le professioni che man mano si deprezzavano, che erano sempre meno vantaggiose. Certo queste grandi signore che governano o presto governeranno brillantemente potenti nazioni, hanno alle spalle una lunga carriera politica, si sono fatte strada con una capacità e un impegno a cui non credo si possa dare un connotato di genere. Quante donne geniali, preparate, eccezionali, si sono infatti scontrate contro il famoso tetto di cristallo che ha fermato la loro ascesa professionale perché non veniva neppure in mente che si poteva affidare loro un posto, una qualifica, importanti, dirigenziali, di vero potere? Non sarà, e chiedo scusa per l’oltraggioso retropensiero, che davanti alla disastrosa situazione del mondo, alla fragilità dell’Europa, al crudelissimo imperio finanziario, alle tragedie del mare, alla migrazione disperata, gli uomini abbiano pensato, ma laviamocene le mani, lasciamo tutto questo casino in mano alle donne, che si arrangino un po’ loro, magari ce la fanno e ci spianano la strada per riprenderci tutto.
Noi intanto le sorvegliamo, stiamo lì alle loro spalle, e senza rischiare gran che, le terremo d’occhio. Certo si sbagliano, è vero che Thatcher l’hanno mandata a casa al momento buono, ma forse i tempi, e le donne, sono cambiati, ambedue troppo pericolosi.