Repubblica 12.7.16
La forza dei disarmati con il corpo contro le catene
di Marco Belpoliti
MA
CHI gli dà la forza? Chi e che cosa gli fornisce il coraggio per
fronteggiare da sola o da solo il poliziotto, il militare, l’autoblindo,
il carro armato? Forse non è necessaria la forza e neppure il coraggio,
forse basta l’ostinazione, l’orgoglio o la rabbia. Sentimenti che
muovono e giustificano quel gesto quasi folle: inerme davanti alle armi.
In balia dell’atto violento dell’altro. Nessuno si vede da fuori.
Nessuno
delle donne e degli uomini che hanno fronteggiato disarmati le armi si è
visto in quel modo. Hanno solo visto ciò che avevano dinanzi, ciò che
con la loro caparbia forza hanno contrastato. Siamo noi che grazie allo
scatto del fotografo possiamo vedere la scena da fuori e valutarla.
Restare perciò attoniti. Chiederci perché e come sia possibile. Uno da
solo.
Nessuno di coloro che a piè fermo s’oppone ai poliziotti, ai
militari — l’incredibile e impassibile ragazzo cinese con il sacchetto
in mano che ha fermato il carro armato in Piazza Tienanmen — ha potuto
guardarsi in quella posa. Qualcuno può aver anche imitato analoghe
posture del passato — la ragazza americana con il fiore in mano davanti
alla guardia civile. Ma la forza per farlo non è nell’immagine. La forza
è nei nervi e nei muscoli, sta nel corpo. Forza nervosa opposta e
simmetrica a quella degli armati. Forza indifesa per definizione. Marx
ha scritto in una sua opera una frase icastica per definire chi si
oppone in una situazione di enorme sproporzione: non hanno da perdere
che le proprie catene.
Osservazione acuta. Queste donne e uomini
non hanno nulla da perdere che la propria vita, che è tantissimo, che è
tutto. Ma è anche un niente. Il corpo come limite e insieme come
illimitato: la sproporzione assoluta di avere una sola vita, di metterla
in gioco in quel momento.
Il coraggio nessuno sa di averlo, se
non quando succede di provarlo. Ha torto don Abbondio quando ne “I
promessi sposi” dice che questo coraggio nessuno te lo può dare. Vero il
contrario. Il coraggio non ce l’hai tu, te lo danno gli altri. Amici e
nemici, sostenitori e avversari.
Nel confronto il corpo singolo
diventa corpo universale, corpo cosmico: è tutti i corpi di chi si
oppone. Nel confronto e nello scontro. Ma è ancora il tuo corpo: atto
unico e individuale. Forza indifesa, forza offesa, forza inerme. Forza
tout court.