La Stampa 9.7.16
Timori nel M5S, Raggi rassicura: sulle consulenze sono tranquilla
La
sindaca rischia di essere indebolita dal rapporto che Cantone sta per
inviare ai Pm Braccio di ferro con la Lombardi per sciogliere il nodo
del nuovo capo di gabinetto
di Ilario Lombardo
«Nessun
atto relativo al neo sindaco di Roma Virginia Raggi e alla vicenda
legata alle consulenze per l’Asl di Civitavecchia è stato inviato alla
Procura del Repubblica dall’Anac». L’Autorità nazionale anticorruzione
pubblica un comunicato alle quattro del pomeriggio per commentare la
notizia uscita sulla Stampa di ieri. Smentisce che un esposto sia stato
«inviato». La Stampa è in grado di confermare, dopo una verifica con
diverse fonti, che la segnalazione è pronta ed è attesa dai magistrati.
L’Anac guidata da Cantone ha completato le proprie indagini sui due
incarichi di recupero crediti ricevuti dalla Asl di Civitavecchia nel
2012 e nel 2014, quest’ultimo mentre Raggi è già consigliera comunale.
La legge sulla trasparenza le impone di dichiarare qualsiasi rapporto di
lavoro precedente con la pubblica amministrazione e i relativi
compensi. La neosindaca non lo ha fatto.
Questa vicenda, ancora
non chiarita, e le ultime rivelazioni preoccupano molto il M5S, che
ufficialmente si trincera dietro il totale silenzio in attesa di nuove
conferme. Dopo il caso Quarto, il timore è altissimo. L’Anticorruzione è
un totem per i 5 Stelle, e una eventuale indagine sulle certificazioni
Asl sarebbe un grosso problema politico. Nessun commento da Raggi, che
ai suoi ha detto di sentirsi tranquilla. Non dice nulla Luigi Di Maio,
concentrato sulla missione della delegazione 5 Stelle in Palestina e
Israele. La notizia gli piomba mentre è a cena a Tel Aviv. Dall’Italia
lo aggiornano su tutto. Roma non dà pace ai 5 Stelle. La giunta è
completa, ma Raggi non ha ancora un capo di gabinetto, dopo il
siluramento di Daniele Frongia, bocciato da Beppe Grillo e Roberta
Lombardi e finito a fare il vicesindaco con delega allo Sport.L’ultima
questione che fa ribollire la pancia del M5S riguarda Daniela Morgante,
magistrato della Corte dei Conti e già assessora al Bilancio con la
giunta di Ignazio Marino. Morgante ha fama di dura, poco avvezza ai
compromessi e nemica giurata degli sprechi in cui galleggia Roma. Ha la
stima di Lombardi e del numero uno dell’assemblea capitolina De Vito. Ed
è forse per questo che non va giù alla sindaca, che la vede come
l’ennesima concessione al mini direttorio dei parlamentari. Sui nomi
degli assessori da giorni nel Movimento va in scena una battaglia tra
chi vuole una cesura netta con il passato politico e con chiunque abbia
avuto un ruolo con le precedenti amministrazioni, e chi invece con molto
più pragmatismo guarda alle competenze dei singoli, come Luigi Di Maio
che dall’ambasciata di Tel Aviv dice: «Per noi ci sono quelli che hanno
distrutto il paese e quelli che hanno provato a migliorarlo. Questi
ultimi possono lavorare con noi, senza pregiudizi».