La Stampa 8.7.16
“Se il governo cade ne nasce un altro, la vita continua”
inyervista di Ame. Lam.
Senatore
Vincenzo D’Anna, lei e i suoi amici verdiniani di Ala non siete più
“innamoratiti” di Renzi, proprio ora che il premier ha più bisogno di
voi?
«Piano, piano, non esageri con gli “innamoramenti”. Noi non
siamo in maggioranza. Il nostro è un appoggio esterno in base alle
riforme e ai provvedimenti che ci vengono proposti. Ci piacciono li
votiamo, non ci piacciono non li votiamo».
È vero che lei e altri quattro senatori di Ala state trattando il passaggio nel gruppo Gal?
«Non
mi risulta e poi a cosa servirebbe questo passaggio? Le fibrillazioni
nella maggioranza non dipendono da noi, ma dalle tensioni interne a Pd e
Ncd. Sono loro che stanno in maggioranza e al governo. E noi siamo
sempre più necessari a Renzi».
Queste fibrillazioni potrebbero far cadere il governo?
«E
noi che ci possiamo fare, non sarebbe colpa nostra. Se cade il governo
non è un problema nostro, è un problema loro. Noi non stiamo al governo.
Se dovesse cadere il governo se ne può fare un altro, la vita
continua».
Ma ci sarebbe il rischio che si vada votare.
«Se
si va a a votare ce ne faremo una ragione, che vuole che le dica. A quel
punto ci saranno due leggi elettorali: l’Italicum per la Camera e il
Consultellum per il Senato».
Appunto, un problema non da poco.
«E
perchè mai, scusi. Intanto il Senato sopravvive e per chi è senatore
come me non mi sembra disdicevole. E poi con il Consultellum, che è un
sistema proporzionale con le preferenze, molti di noi avrebbero maggiori
possibilità di essere rieletti».
Certo, se la mette così per molti di voi è una convenienza. Formare una maggioranza stabile sarebbe una cabala.
«E
chi lo sa. Se c’è un partito o una coalizione forte può vincere sia
alla Camera che al Senato. Comunque, io preferisco terminare la
legislatura, completare le riforme e far vincere il Sì al referendum
costituzionale. Se poi dovesse succedere il cataclisma non ne farei un
dramma. Sono come il principe di Condé che prima della battaglia andò a
dormire tranquillo avendo ben organizzato le truppe: è inutile passare
una notte insonne pensando alla battaglia del giorno dopo».
Il
senatore D’Anna cita Manzoni che nei Promessi sposi scrive: «Si racconta
che il principe di Condé dormì profondamente la notte avanti la
giornata di Rocroi».