La Stampa 6.7.16
Economia, ex partner di Casaleggio in pole come assessore della Raggi
Meloni, già ad di Expedia. La sindaca pesca nella squadra di Ignazio Marino
di Jacopo Iacoboni
Arrivati
quasi alla fine di questa battaglia - quasi - la certezza è che
pochissimi degli assessori della giunta Raggi risponderanno direttamente
a Virginia, che è stata isolata dal direttorio, e praticamente chiusa
in una torre d’avorio dalla quale gli altri vorrebbero non farla
contare, e farle venire a mancare persino le informazioni. Ognuno le ha
piazzato un suo uomo, Di Maio, Di Battista, la Lombardi, la Taverna e -
last but not least - quello che comanderà davvero di più: Davide
Casaleggio. Come?
In pole position come assessore economico della giunta
del rinnovamento e della ricostruzione di Roma c’è infatti Adriano
Meloni; e chi è Adriano Meloni? Il classico grande manager venuto su in
una multinazionale, cosa che già di per sé stride col Movimento, ma
sarebbe il meno: di quale multinazionale? Meloni è stato fino al 2008
amministratore delegato della parte italiana di Expedia, l’azienda
leader mondiale nel settore dei viaggi online che - in anni fondativi
per la Casaleggio associati - ha prodotto (fino al 2009, quando poi
Meloni lascia Expedia) alcune edizioni del rapporto annuale
sull’ecommerce e lo stato della rete assieme, guarda caso, alla
Casaleggio associati. Stimato molto da Casaleggio, amico di Davide,
Meloni era nei primi anni di quell’evento milanese - vera rete di
networking fra aziende internettiane - il secondo a parlare dopo
Gianroberto. Partecipò anche agli incontri di «Gaia», il network (da cui
il video millenaristico di Casaleggio) su The Future of Politics, e qui
a fianco ne pubblichiamo il documento, giratoci dagli archivi online
della Casaleggio.
Insomma, se Meloni dovesse essere l’assessore
economico di Virginia, non è impossibile che l’azienda possa conoscere
in anticipo cruciali politiche economiche della Capitale. Una situazione
di potenziale conflitto d’interessi. Parentesi, Expedia era un gigante
globale, all’epoca, mentre la Casaleggio una piccola startup che non
aveva ancora una sede, al punto che quegli incontri sull’ecommerce - in
cui Casaleggio e Meloni primeggeranno - furono ideati, in assenza di una
sede, a casa di Luca Eleuteri, il socio storico di Gianroberto. Chi ha
presentato Adriano Meloni alla Raggi? Di che natura era la partnership
Casaleggio-Expedia gestione Meloni?
Virginia, dove ha potuto, ha puntato
i piedi e ottenuto per esempio che Daniele Frongia, spostato da capo di
gabinetto a vicesindaco, ricevesse anche una delega pesante, le società
partecipate. Da questo punto di vista ha fatto pari e patta, si può
dire, ed è stata brava. Ha un senso la sua scelta di affidarsi a due
donne che erano state selezionate personalmente da Ignazio Marino, in
ruoli chiave: la capo di gabinetto sarà Daniela Morgante, ex assessore
al bilancio di Ignazio (i due avevano poi discusso animatamente e lei
aveva lasciato, ma non hanno rotto); mentre vicecapo di gabinetto sarà
un’altra mariniana, Virginia Proverbio, che guidò per Marino la
struttura di coordinamento per il Giubileo. Ma anche loro non vengono
dai cinque stelle, che insomma, si devono affidare sempre e totalmente a
uomini e mondi esterni (e quello di Marino, prescelto da Raggi-Frongia,
è davvero il migliore).
Sul resto, i rissosi e ambiziosi leaderini del
direttorio avevano come mira principale quella di isolare Virginia per
depotenziarla. A parte i nomi già noti, Laura Baldassarre al sociale
(tramite Vincenzo Spadafora, riporterà a Di Maio), Paola Muraro (una pro
inceneritore all’ambiente, cosa denunciata da Federico Pizzarotti; e
legata a precedenti stagioni e già lungamente collaboratrice di giunte
di centrosinistra); a parte i due di sinistra, Paolo Berdini
all’Urbanistica e Luca Bergamo alla Cultura; ci potrebbe essere al
Bilancio, salvo sorprese, Marcello Minenna, molto stimato da Di Maio,
l’uomo anti-Vegas in Consob. Stefàno ai Trasporti non sposta nessun
equilibrio, e non dà fastidio a nessuno.
Diventa cruciale, in questo
quadro, che Virginia porti a casa Augusto Rubei, le cui azioni hanno
ripreso un po’ quota. Nel senso che la comunicazione centrale M5S è nel
panico totale, perché le è stata tanata la manovra per far fuori
l’attuale, indipendente portavoce. E il piano di nominare al suo posto
un interno della comunicazione centrale non convince; non puoi passare
da Bruno Conti a Scarnecchia: per silurare Rubei ci vorrebbe un nome di
giornalista autorevole, ma non ce l’hanno, e potrebbero alla fine
decidere di non decidere.