La Stampa 6.7.16
Ungheria, 600 espulsi in un giorno
Il 2 ottobre il voto contro le quote Ue
di Alessandro Alviani
Segnatevi
in rosso la data del 2 ottobre. Quel giorno l’Europa, già alle prese
con le conseguenze del Brexit, rischia l’ennesimo scossone. Anzi due: a
Vienna e Budapest si giocheranno nelle stesse ore due sfide in grado di
pesare sulla tenuta e sul futuro della Ue e di rafforzare le spinte
centrifughe. In Austria i cittadini saranno richiamati alle urne per
scegliere il nuovo presidente, dopo che la Corte costituzionale ha
annullato il ballottaggio di maggio a causa di irregolarità nello
spoglio. Il candidato indipendente (ma appoggiato dai Verdi) Alexander
Van der Bellen si ritroverà di fronte lo sfidante della Fpö Norbert
Hofer. Se stavolta dovesse spuntarla, Hofer diventerebbe il primo capo
dello Stato di un Paese Ue espresso dalla destra populista.
Sempre
il 2 ottobre in Ungheria si terrà l’annunciato referendum sul programma
di redistribuzione di 160.000 migranti tra gli Stati Ue secondo un
sistema di quote. In base al meccanismo, deciso a settembre dalla
Commissione, l’Ungheria dovrebbe accogliere 2300 rifugiati. La decisione
non è però andata giù al premier Viktor Orban che, dopo aver presentato
un ricorso alla Corte di giustizia europea, ha chiamato alle urne i
cittadini. «Volete che l’Ue possa prescrivere, senza l’autorizzazione
del parlamento ungherese, l’immigrazione obbligatoria di cittadini non
ungheresi?», recita il quesito.
Nell’attesa della consultazione,
Budapest ha deciso l’ennesimo giro di vite: da ieri le persone che
entrano illegalmente nel Paese passando lungo la rotta balcanica
verranno riportate indietro in Serbia o Croazia senza un procedimento
giudiziario (gli agenti hanno già accompagnato alla frontiera circa 600
persone). Finora, in base a una legge in vigore dall’estate, dovevano
comparire davanti a un giudice con l’accusa di violazione dei confini.
Ora gli immigrati illegali fermati in una fascia di otto chilometri al
di qua della frontiera verranno portati fuori dal Paese. Lì otterranno
indicazioni su come raggiungere la prossima «zona di transito», aree al
di fuori del territorio ungherese in cui potranno presentare richiesta
d’asilo.