lunedì 4 luglio 2016

La Stampa 4.7.16
Il Manuale Cencelli del M5S
La corrente Lombardi e la zona grigia contro Virginia
Documento esclusivo: Urbanistica, Patrimonio, Bilancio tutti i nomi nelle Commissioni per accerchiare la Raggi
di Jacopo Iacoboni

La partita dell’accerchiamento a Virginia Raggi, che abbiamo denunciato per tempo giovedì e venerdì, è giunta a due nodi cruciali: le nomine delle commissioni, vero asse del potere e sottopotere capitolino, e un attacco molto forte sferrato contro Daniele Frongia, da poco nominato capo di gabinetto e già in bilico. Sulle commissioni, La Stampa è venuta in possesso di un documento notevole, una specie di manuale Cencelli con tutte le caselle, di cui possediamo copia, che fotografa quanto sia accerchiata in questo momento Virginia Raggi. Un Cencelli di cui daremo tutti i nomi, e la spiegazione delle dinamiche di fondo ad essi sottese.
Il punto di fondo è che la Lombardi (la ex Faraona tornata molto in spolvero, bisogna dargliene atto, e capace di legare con Luigi Di Maio) ha messo gli occhi su tre commissioni chiave: Urbanistica, Patrimonio e Casa e Bilancio. Nella prima ha stravinto: Virginia incassa, sì, la presidente, Donatella Iorio, architetto competente ma non politicamente abilissima, ma circondata da figure o lombardiane, o di quella vasta zona grigia - la corrente centro Movimento - abbastanza disponibile a trattative politiche al ribasso. Simona Ficcardi è della corrente Marcello De Vito (il braccio armato della Lombardi). Daniele Diaco, bravo ragazzo, tende però a seguire le indicazioni di Luca Marsico. E chi è Luca Marsico? Ex aspirante sindaco, voleva sfidare De Vito ma fu a suo tempo silurato brutalmente dalla Lombardi. Con queste modalità: salì a Nervi da Grillo portandosi il figlio piccolo. L’incontro fu assai umano e finì a pacche sulle spalle. Seguì giro di telefonate da Roma a Milano e Genova, risultato: Marsico, dopo l’incontro assai umano, fu silurato selvaggiamente, eppure oggi è diventato esecutore della Lombardi; una triste vicenda sintomatica delle dinamiche umane nel Movimento. Annalisa Bernabei è un caso incredibile: da non molto nei cinque stelle, ha rinunciato alla corsa da sindaco e preso poi un boom di voti personali
per una new entry; come se avesse ricevuto grossi consensi di legittimi gruppi d’interessi. Poi c’è Fabio Tranchina: durante il confronto su Sky, Roberto Giachetti denunciò il video del consigliere M5S che abbandona la commissione municipale subito dopo aver firmato la presenza. Tranchina ha resistito a quella bufera su di lui, è considerato nelle logiche interne un centrista - esistono i centristi anche nel M5S - molto disponibile alla trattativa. E questa sarà la commissione urbanistica del nuovo comune.
Alla presidenza della commissione Patrimonio e casa doveva andare Valentina Vivarelli, una talebana, rigida ma indipendente; si è scambiata con Maria Agnese Catini, nome molto più giocabile per la Lombardi, che presidia poi i sei posti per commissario del M5S anche con Marcello De Vito in persona, e di nuovo con la Ficcardi (che sarà oltretutto vice). Alla commissione Bilancio il presidente Marco Terranova è della Raggi, ma è anche legato a Luca Marsico (leggete sopra). Lombardi piazza anche qui De Vito, e c’è Monica Montella, ricercatrice Istat ma in rotta con Daniele Frongia (l’uomo più vicino alla Raggi). Anche qui grandi margini di manovra per la Faraona (gli altri nomi non paiono in grado di incidere, Coia non versato nelle decisioni, Angelo Sturni appartenente - con Calabrese e Angelo Diario - a quella corrente “utopica” del Movimento molto rispettabile, ma poco incisiva nelle dinamiche).
In questo quadro, sa di vittoria marginale che Virginia si sia assicurata quasi integralmente la commissione scuola (Maria Tereza Zotta presidente) con commissari suoi come Terranova e Iorio, e indipendenti come Vivarelli e Gemma Guerrini, una di sinistra; specie se pensiamo che poi, per dire, all’Ambiente (altra commissione cruciale, a Roma) ci sarà Diaco presidente (leggete sopra), e certo sarà assai attivo Paolo Ferrara, consigliere M5S di Ostia, molto discusso, e interessatissimo indovinate a cosa? Naturalmente, alle spiagge. Ferrara, uomo totalmente della corrente Lombardi, è stato tra parentesi assai attivo in queste ore a fare telefonate per sondare la disponibilità di qualche personaggio a fare il capo di gabinetto. Ma come, direte, un capo di gabinetto non c’è già?
A Daniele Frongia, lo possiamo dire con certezza, è stato chiesto di entrare nella giunta, con una carica di assessore alle partecipate. È difficile che finisca per fare quello, sarebbe troppo un downgrade, per uno che era stato già nominato capo di gabinetto. Ma insomma, la dinamica è chiara: l’asse che parte da Lombardi e trova sempre più ascolto in Di Maio non si fida della sua estraneità alla cordata. Frongia vicino alla Raggi rende Virginia troppo slegata; stessa ragione per cui Augusto Rubei, il candidato naturale designato a fare il portavoce, è stato calunniato dai nemici di Virginia. La contromossa Virgi non ce l’ha, a meno che non sia stata in un incontro a cena, sabato sera, Raggi-Di Maio. Da soli.