La Stampa 3.7.16
Raggi cede al direttorio
Saltano le prime nomine
Frongia
non sarà capo di gabinetto, ma assessore al Patrimonio immobiliare
Anche Marra silurato dalla Lombardi. La mediazione di Grillo e
Casaleggio
di Ilario Lombardo
C’è aria di tregua a
Roma e, dopo un pasticciato avvio, la sindaca Virginia Raggi deve
scendere a compromessi per non rischiare che la faida interna al M5S
butti al macero l’utopia pentastellata in Campidoglio. Le prime nomine,
osteggiate dalla fronda che fa capo alla deputata Roberta Lombardi,
stanno per diventare un ricordo e il passo indietro è una concessione
alle ragioni degli avversari. Daniele Frongia, divenuto capo di
gabinetto con codazzo di polemiche sulla sua incompatibilità perché ex
consigliere, diventerà assessore al Patrimonio immobiliare. Vicinissimo
alla sindaca lascerà il posto di uomo-ombra a qualcun altro. Anche
Raffaele Marra, dirigente comunale in quota 5 Stelle ma con una storia
che affonda le radici nel tanto odiato mondo di Alemanno, abbandonerà la
carica di vice-capogabinetto, per un ruolo che in queste ore i
pentastellati stanno definendo con l’aiuto del direttorio e, sulla parte
dell’impatto mediatico, della Casaleggio.
È un siluramento
morbido, per uscire dall’angolo dove la prima cittadina aveva portato il
Movimento. «Virginia, è una questione di opportunità politica» le hanno
detto più volte, insistendo per giorni, martellando sui suoi primi atti
formali da sindaca: «Lo vedi come ci stanno addosso i giornali? Hai
fatto due nomine ed entrambe ci hanno creato problemi». Due nomi, due
fedelissimi a cui Raggi non voleva rinunciare, anche per far scudo al
fuoco amico della Lombardi e del suo protetto Marcello De Vito, il 5
Stelle più votato, molto poco in sintonia con Raggi, che sarebbe stato
al centro del dossieraggio che negli ultimi giorni ha svelato i veleni
nel M5S capitolino.
Di fronte alla paralisi romana Beppe Grillo e
Davide Casaleggio si sono allarmati. Sono loro e Luigi Di Maio ad aver
facilitato la mediazione con il direttorio che ha costretto Raggi ad
abbassare le resistenze. Pare che dopo una telefonata con il comico (non
confermata) e con Di Maio la sindaca abbia capitolato. «Nessuna
tensione» dissimula intanto lei. In realtà, il passaggio di Frongia da
capo gabinetto ad assessore le dovrebbe facilitare le cose per
completare la squadra. I grillini tengono coperti gli ultimi due nomi,
mentre la docente del Politecnico di Torino, Cristina Pronello,
destinata ai Trasporti, si prenderà le ultime ore per decidere se
mollare.
Il 7 luglio è il termine di legge, non una data che dà
prova della celerità di Raggi che pure con l’aiuto di Frongia e Marra ha
fatto muovere i primi passi alla macchina amministrativa, avviando
tramite l’avvocatura i negoziati per risparmiare cento milioni di euro
circa di contenzioni con le municipalizzate e chiedendo una
collaborazione più intensa all’Anac in termini di controlli
anti-corruzione. Per il 7 luglio però non tutti i tasselli saranno al
loro posto: oltre alla giunta, ci sono altre nomine da fare, staff da
completare e curriculum da vagliare. In cambio delle due concessioni
fatte, Raggi avrebbe però strappato l’ok a tenere come portavoce Augusto
Rubei, fino a ieri inviso al capo comunicazione dei parlamentari Rocco
Casalino.