La Stampa 2.7.16
Ballottaggio annullato in Austria
Torna l’incubo populista per la Ue
La
Corte costituzionale rivela irregolarità nel secondo turno delle
presidenziali Nuova sfida in autunno fra Van der Bellen e il candidato
dell’estrema destra Hofer
di Alessandro Alviani
Da
ieri l’Austria si ritrova catapultata di nuovo in campagna elettorale.
La Corte costituzionale ha annullato il ballottaggio del 22 maggio che
si era concluso con la vittoria di Alexander Van der Bellen, il
candidato indipendente (ma sostenuto dai Verdi) che aveva battuto per
appena 30.863 voti lo sfidante del partito della destra populista Fpö,
Norbert Hofer. I giudici hanno accolto il ricorso presentato dalla Fpö,
che aveva denunciato irregolarità nelle operazioni di scrutinio in 94
dei 117 distretti elettorali. E così l’8 luglio, giorno in cui era
previsto il giuramento di Van der Bellen, sarà Hofer a ritrovarsi
presidente - ad interim e non da solo: con la scadenza del mandato di
Heinz Fischer, infatti, le funzioni del capo dello Stato saranno svolte
fino all’autunno da un collegio composto dalla presidente del parlamento
austriaco, Doris Bures, e dai suoi due vice Karlheinz Kopf e Norbert
Hofer.
La Corte non ha individuato manipolazioni, ma, dopo aver
ascoltato 90 testimoni, ha stabilito che durante lo spoglio delle schede
rispedite per posta si sono verificate irregolarità tali da poter
influenzare il voto. Le schede, ad esempio, sono state aperte in
anticipo rispetto all’inizio dello scrutinio o sono state conteggiate
senza che fosse presente l’intera commissione elettorale. Tali
irregolarità si sono verificate in 14 dei 20 distretti esaminati dalla
corte e riguardano 77.926 schede – molte di più, quindi, di quelle che
erano bastate a Van der Bellen per vincere. Il voto per corrispondenza
si era rivelato decisivo per ribaltare il risultato del primo turno e
assegnare la vittoria all’ex professore di economia, che si era imposto
col 50,3% dei voti, contro il 49,7% di Hofer.
I giudici hanno
inoltre criticato la pratica del ministero degli Interni di inviare a
media e istituti di ricerca, a urne aperte, i risultati parziali del
conteggio: così si rischia che i dati diventino pubblici tramite i
social media e venga influenzato il voto.
Il ballottaggio andrà
ripetuto. «Se ce l’ho fatta una volta, ce la posso fare anche una
seconda», ha commentato Van der Bellen. «Sono deciso a vincere», ha
replicato Hofer. Le reazioni della sua base sono inequivocabili.
«Giustizia è fatta», «Chi l’avrebbe detto che c’è ancora giustizia nel
nostro Paese?» sono i commenti pubblicati sulla pagina Facebook del
leader della Fpö, Heinz-Christian Strache, che aveva impugnato il voto
con un ricorso.
Resta da capire in che misura Brexit influenzerà
il voto. Nei giorni scorsi Hofer, che potrebbe diventare il primo
presidente espresso dalla destra populista in Europa, ha spiegato che,
se l’Unione non cambierà rotta, anche l’Austria dovrà organizzare un
referendum sulla sua permanenza nella Ue.
La nuova elezione
dovrebbe svolgersi tra settembre e ottobre. E stavolta il ministro degli
Interni sta pensando di inviare osservatori dell’Ocse nei distretti in
cui ci sono state irregolarità.