La Stampa 20.7.16
Nedim Gursel
«Questi sono i metodi sovietici»
di Paolo Levi
«Se
lo Stato di diritto non verrà rispettato, se i processi verranno
controllati dal governo allora potremmo paragonare l’attuale situazione
in Turchia alle purghe staliniane». Nedim Gursel è uno dei massimi
scrittori turchi contemporanei, insieme con Orhan Pamuk e Yasar Kemal.
Fuggito dal suo Paese dopo il colpo di Stato del 1980 si è trasferito a
Parigi per insegnare letteratura turca alla Sorbona. Il suo ultimo
libro, «L’angelo Rosso», è stato pubblicato in Italia da Ponte alle
Grazie.
Gursel, cosa accade in Turchia?
«Oggi nel mio Paese
non c’è più una chiara separazione dei poteri, esecutivo, legislativo,
giudiziario. Continuo a sperare che tutti i processi possano avvenire
nel quadro della legge ma sinceramente ho poca fiducia in questa
giustizia che sembra direttamente rispondere alle volontà del presidente
Erdogan. In questo quadro non possiamo più parlare di stato di diritto e
democrazia».
Tornerà in Turchia?
«Avevo già il biglietto per l’estate, tutto annullato, vediamo come evolve la situazione. Sono molto preoccupato».
Era per il colpo di Stato?
«Macché,
il fallimento del golpe è un bene. E glielo dice uno che gli ha vissuti
tutti, dal 1961, all’epoca avevo nove anni, sono sempre stato
contrario, a pensarci bene tutta la mia vita è stata segnata
dall’amarezza di una sorta di colpo di stato permanente, pensavo fosse
finita e invece no, hanno tentato ancora. Ma quello che accade oggi è
orribile. Erdogan esce più che rafforzato da questa situazione per lui
ideale: ora potrà realizzare il suo grande sogno di un sistema
presidenziale e un parlamento su misura».
È giusto parlare di purghe?
«Trovo
che questa parola descriva benissimo la situazione drammatica in cui si
trova il mio Paese. Dopo l’esercito è il turno dei magistrati, incluso
della corte costituzionale».
E gli universitari?
«Se le
prenderà anche con loro. Non mi sorprende ed è gravissimo. Dopo il colpo
di Stato il governo può usare argomenti fortissimi per eliminare tutti
gli oppositori».
Hanno chiesto l’allontanamento di centinaia di Imam legati a Fetullah Gulem.
«E
pensare che quei due erano alleati, camminavano mano nella mano.
Erdogan parlando di Gulen una volta disse: “Gli abbiamo dato tutto
quello che ci ha chiesto”. Dopo c’è stata una lotta per la condivisione
della torta e ora sono diventati fratelli nemici. Insomma, assistiamo a
una sorta di guerra degli Imam, e quel 30% come me che sogna una turchia
laica, europea, democratica, stiamo a guardare».
L’Europa ha sbagliato a bloccare i negoziati della Turchia?
«Sono
sempre stato un fervente sostenitore dell’adesione all’Ue, purtroppo
Sarkozy ha pronunciato un discorso che ha offeso i turchi e anche la
Turchia non ha fatto le riforme necessarie. Che peccato».