La Stampa 18.7.16
“C’è un clima ormai esasperato, colpa dei movimenti di protesta”
Il giurista Dershowitz: “Alcuni gruppi alimentano lo scontro”
di Fra Sem.
«La
responsabilità di quanto sta accadendo è del comportamento
irresponsabile di organizzazioni come Black Lives Matter il cui
obiettivo è far credere che le cosa vadano peggio per alimentare la
strategia della tensione». A dirlo è Alan Dershowitz-, avvocato e
giurista, professore di Harvard ed esperto di dinamiche socio-politiche
degli Stati Uniti.
Perché questo inasprimento dello scontro razziale proprio ora?
«L’inasprimento
è dettato dal fatto che cittadini neri vengono uccisi da poliziotti, in
particolare bianchi, in circostanze controverse, talvolta anche se
disarmati. Ebbene posso dire che questo tipo di episodi è in calo
rispetto al passato».
Vuol dire che non esiste razzismo tra le forza dell’ordine?
«Voglio
dire che le forze dell’ordine oggi sono meglio addestrate, sono in
grado di gestire situazioni delicate più responsabilmente, hanno armi
non letali e indossano telecamere».
Allora come spiega la situazione attuale?
«Perché
ci sono telecamere ovunque, agli angoli delle strade, nei negozi, sui
telefoni cellulari, ogni cosa è documentata e documentabile».
Prima c’erano più neri uccisi dalla polizia ma non si sapeva?
«Esatto.
A questo poi si aggiunge il comportamento irresponsabile di alcune
organizzazioni come Black Lives Matter, che esasperano il clima e
strumentalizzano dicendo che le cose vanno peggio».
Come contrastare l’escalation?
«Innanzi
tutto evitando nella maniera più categorica di paragonare l’uccisione
di neri da parte delle forze dell’ordine nel corso di controlli con
l’esecuzione di poliziotti come quella avvenuta a Dallas e forse a Baton
Rouge. Spesso la morte di un afro-americano, ma non solo, è causata da
una reazione eccessiva del poliziotto perché spaventato o provocato. A
volte si tratta di un atteggiamento dettato da incoscienza da parte
della persona fermata, talvolta è figlio di un consapevole senso di
sfida alle istituzioni e per di più bianche. Al contrario gli agenti
uccisi, come quelli di Dallas, stanno facendo solo il proprio lavoro e
vogliono solo tornare a casa dalla propria famiglia».
Quindi la discriminazione è da parte dei neri?
«Non
è il caso di generalizzare. Dico solo che il cecchino di Dallas non può
essere considerato colpevole come il poliziotto che si trova ad aver a
che fare con una persona che sembra nascondere una pistola e non alza le
mani, e così è costretto a sparare. C’è discriminazione piuttosto
quando si dice Black Lives Matter o anche Police Lives Matter, ritengo
invece che All Lives Matter».
C’è chi dice che sia colpa di Trump?
«Non credo, io non sono un suo simpatizzante, io sono con Hillary Clinton, ma non credo proprio che Trump abbia responsabilità».
C’è chi parla di paradosso per Obama...
«Il paradosso è che le cose vanno meglio ma sembra che vadano peggio. Chi gli rema contro sono gruppi come Black Lives Matter».
Intanto però rispuntano le Pantere Nere...
«Dovrebbero
essere inserite tra le organizzazioni terroristiche. Il rischio è che
si ritorni al clima di piombo degli anni Sessante e Settanta».