La Stampa 18.7.16
Gang, ribelli e cecchini solitari
L’America che spara alla polizia
Rancore e sangue in strada: è l’estate peggiore dal 1968
Tre
poliziotti uccisi a Baton Rouge, in Lousiana, tre in gravissime
condizioni, dieci giorni dopo la strage dei cinque agenti uccisi dal
cecchino Micah Johnson a Dallas, in Texas. Un sospetto ucciso, due alla
macchia. La caccia alla polizia fa dell’estate 2016 la peggiore dal
1968, quando, dopo gli assassinii di M.L. King e del senatore Robert
Kennedy - vicino alla nomination democratica - la Convention di Chicago
fu stravolta dagli scontri tra studenti, attivisti e polizia. Giusto
oggi si apre la Convention repubblicana di Cleveland che nominerà Donald
Trump candidato alla Casa Bianca, nel mezzo della campagna di protesta
di Black Lives Matter contro gli abusi delle forze dell’ordine.
A
pochi passi da Airport Highway, la strada che conduce al quartier
generale della polizia a Baton Rouge, si sono ripetute le scene di
guerriglia urbana di Dallas.
Con almeno un franco tiratore a
mirare sulla polizia. In fondo al rettilineo c’è il presidio costante di
dimostranti, slogan e cartelli per denunciare la morte dell’ambulante
Alton Sterling, colpito inerme da un agente e ripreso in un video che
gira per il mondo.
Da Dallas e Baton Rouge si infetta la ferita
delle due Americhe, quella del movimento di Black Lives Matter persuasa
che i neri siano bersaglio di una violenza razzista, che mobilita
intellettuali come il regista Spike Lee, il filosofo Cornel West e la
cantante Beyoncé, e quella legata ai poliziotti, «lavorano e muoiono per
mantenere l’ordine». Steve Loomis, capo dell’associazione della polizia
di Cleveland, ha chiesto al governatore dell’Ohio Kasich di sospendere
il diritto di portare armi, teme disordini alla Convention, Kasich ha
detto di no, «non posso cambiare la legge», e Loomis ha allora attaccato
il presidente Obama: «Il presidente difende le bugie di Black Lives
Matter e dei media… le mani di Obama grondano sangue».
Mentre a
Baton Rouge si cercano i killer in fuga, il web si schiera, spietato
come Loomis. Trump rispolvera la vecchia linea di Nixon,
Legge&Ordine, per catturare il voto dei bianchi, e ragiona col
consigliere Paul Manafort come trasformare la Convention, da show
business con l’atleta trans Caytlin Jenner, in denuncia contro l’assedio
ai bianchi, e alla polizia, da parte di «terroristi armati neri», Black
Panthers nel XXI secolo.
Non ci saranno tregue. Sulla rivista
«The Atlantic», un veterano osserva «In Iraq e Afghanistan non eravamo
tanto attrezzati di armi e giubbotti, la polizia di Baton Rouge è
ridicola», ma i dipartimenti delle metropoli acquistano armi, piastre
antiproiettile in kevlar, elmetti. C’è voluto un ordine espresso di
Obama per vietare l’impiego di baionette e granate, ma le forze
dell’ordine affittano il surplus degli arsenali di Kabul e Baghdad. Le
città sono percorse da jeep e blindati, armi da guerra, mitragliatrici,
elmetti, corazze e le comunità nere, dalla rivolta a Ferguson nel 2014,
scaldano la protesta politica. Finché, da Dallas a Baton Rouge, non
cominciano a cadere anche i poliziotti, le gang si mobilitano in piazza e
- come per Isis - si apre il “copycat”, la strage riprodotta da killer
sconosciuti, isolati.
A cambiare la strategia di ordine pubblico
americano fu un banale litigio per un sorpasso, nel 1970, a Newhall, in
California, un’ora da Los Angeles. I poliziotti si trovarono davanti
Bobby Davis, criminale veterano, armato di pistole e fucili. Con in
pugno vecchi revolver a sei colpi, quattro agenti rimasero sull’asfalto.
La strage di Newhall cambiò il manuale di polizia, più armi e migliori.
I militari obiettano: «Al Pentagono insegniamo a parlare con iracheni e
afghani, a non blindarsi, dialogando con i civili, nelle nostre città
militarizziamo la vita quotidiana» ma le stragi scavano nuove trincee.
David Brown, capo della polizia di Dallas, è diventato celebre per la
condotta di apertura, che aveva migliorato i rapporti con le minoranze:
prevarrà la sua filosofia o la paura dei cecchini, la retorica di Trump
peggiorerà il clima, gli estremisti neri capiranno che l’aria è pessima?
Solo
in quattro occasioni, dal massacro di Newhall, quattro poliziotti Usa
son caduti in un giorno. Ora sono otto tra Dallas e Baton Rouge, mentre
dimostranti, attivisti neri, bikers, suprematisti ariani, convergono su
Cleveland. L’Fbi bussa alla porta dei violenti, a destra e sinistra,
dissuadendoli dal manifestare alla Convention, «troppo rischioso».
Qualcuno denuncia il «clima di intimidazione», altri restano a casa,
molti partono comunque. Obama comprende che le sue nobili parole alla
cerimonia funebre di Dallas commuovono ma non spengono l’ira diffusa.
L’estate del rancore e del sangue spaventa il paese, ipnotizzato dai
titoli ossessivi Nizza, Turchia, Orlando, Dallas, Baton Rouge. Doveva
essere la festa della democrazia a Cleveland, per l’antico Grand Old
Party repubblicano sedotto da Donald Trump, comincia invece nel sangue.