La Stampa 18.7.16
Prescrizione e cannabis a rischio stop per i centristi
di Carlo Bertini
La
giustificazione pratica, spiegata da chi ha in mano l’agenda dei
lavori, è che materialmente non c’è tempo: di qui a fine luglio al
Senato arriveranno dalla Camera tre decreti da convertire, poi c’è la
legge sul bilancio dello stato, da varare per forza perché riforma la
legge di stabilità con nuove regole; e infine c’è il disegno di legge
sulla concorrenza da convertire, quello che impatta pure sulle tariffe
assicurative. Basterebbe questo calendario per dire che la legge sulla
prescrizione, se pur messa in calendario per fine luglio, verrà
rimandata a data da destinarsi, dopo l’estate e forse ben oltre. Dunque
se fosse così non sarebbero ragioni politiche ma solo di calendario a
produrre il rinvio obbligato di una legge tanto attesa.
Ma uno dei
colonnelli renziani, in pieno Transatlantico pochi giorni fa,
confermava la motivazione più politica di un rinvio che ancora non è una
certezza, ma che il tempo si incaricherà di rendere tale: le sommosse
in casa centrista, le minacce di appoggio esterno al governo di un
manipolo di senatori producono come prima e forse unica conseguenza
quella di far finire in un cassetto, almeno fino al referendum, leggi
scomode e controverse: quelle oggetto da mesi di frizioni tra Pd e Ncd,
come la prescrizione appunto; e anche forse quelle più difficili da far
digerire come la legalizzazione della cannabis, promossa dall’ex
radicale Della Vedova, che pure farà il suo esordio in aula alla Camera
il 25 luglio.
Ma al Senato i più smaliziati dirigenti del gruppo
Dem, prevedono con buona dose di realismo che la legge sulla cannabis
non approderà facilmente a Palazzo Madama per le troppe tensioni che
innescherebbe; così come la norma con una stretta sulla prescrizione
poco gradita a Ncd, più volte annunciata, se pur messa in calendario per
l’aula a fine mese non avrebbe speranze di esser votata prima del
referendum. Sono anche questi gli effetti di una rivolta, subito sedata,
dei centristi esasperati e incerti sulla via da seguire: una
fibrillazione permanente ormai, che dunque consiglia prudenza nello
stilare l’agenda parlamentare e sconsiglia di mettere al fuoco carne che
potrebbe risultare troppo indigesta alle sfarinate truppe degli alleati
Pd.