La Stampa 18.7.16
Il piano: 3 migranti ogni mille abitanti
Dopo le proteste dei sindaci Alfano studia una redistribuzione dell’accoglienza
Ai Comuni che aderiranno 50 centesimi per ospite e sblocco delle assunzioni
di Grazia Longo
Una
distribuzione più equilibrata dei migranti e richiedenti asilo, con una
media di due o tre per ogni mille abitanti, via libera a nuove
assunzioni comunali, più soldi nelle casse degli Enti locali e meno
nelle tasche degli extracomunitari. Eccolo il piano del ministro
dell’Interno Angelino Alfano, d’intesa con i Comuni, per affrontare
l’emergenza immigrazione. Un progetto ancora in via di definizione per
quanto riguarda i dettagli, ma già strutturato per risolvere questioni
importanti che hanno finora scatenato malumori e polemiche tra sindaci e
governatori di qualsiasi colore politico. Nonostante la percentuale di
stranieri in Italia sia inferiore a quella nel resto d’Europa: 8,3%
contro il 9,3% della Germania o il 9,6% della Spagna.
I punti
chiave del piano Alfano hanno l’obiettivo di migliorare la gestione e
l’integrazione di profughi e migranti - che al momento sono quasi 136
mila - ma anche quello di sostenere i Comuni che li accolgono. Anche
attraverso un allentamento del Patto di Stabilità. Lo scopo è quello di
favorire una maggiore adesione alla programmazione dello Sprar, il
«Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati» in vigore
esclusivamente su base volontaria.
Ripartizione sul territorio
Più
di un sindaco ha sollevato la questione: alcune città sono più caricate
di altre per l’elevato numero di immigrati da ospitare. Tanto da
spingere il presidente Anci ed ex primo cittadino di Torino Piero
Fassino a ribadire che «finora l’immigrazione è stata governata bene, ma
i numeri stanno superando la soglia governabile. Se non lo vediamo per
tempo questo problema rischia di travolgerci». Ma il nuovo piano fissa
dei paletti insormontabili: non più di due o tre persone ogni mille
residenti. Alfano, in collaborazione con l’Anci, cercherà dei correttivi
per le grandi città. In modo da attenuare i numeri delle metropoli e
puntare sui piccoli centri più desertificati. Su quei piccoli centri che
tra l’altro avrebbero maggiori opportunità nell’indotto occupazionale e
sarebbero comunque tutelati dai vincoli della media numerica di
presenze di profughi da rispettare.
Nuove assunzioni
I
Comuni che aderiranno allo Sprar (attualmente sono 800) saranno premiati
con la deroga al divieto di assunzioni. Potranno cioè procedere a
reclutare nuovo personale (cittadini italiani) da impiegare nei progetti
di assistenza e integrazione dei migranti e richiedenti asilo. In
questo modo si potrà attribuire maggiore consistenza al sistema
pubblico. L’incentivo prevede una revisione della Legge di Stabilità e
costituisce uno degli aspetti più determinanti, seppur spinosi, del
prospetto al vaglio del ministro Alfano e dell’Anci.
50 centesimi a migrante
Tra
gli altri incentivi di carattere economico per le casse comunali c’è la
possibilità di foraggiare con 50 centesimi a migrante a titolo di spese
generali. La quota verrà detratta dai 2,50 euro attualmente previsti
quotidianamente per le spese spicciole - il cosiddetto pocket money o
argent de poche - dei profughi. Finora ai Comuni che partecipano allo
Sprar non vengono elargite somme per spese generali a fondo perduto, ma
solo quelle relative alle spese sostenute per il progetto di accoglienza
di strutture ad hoc o appartamenti. E che devono essere rendicontate e
documentate minuziosamente proprio a garanzia del rispetto della legge
(giusto per evitare casi di malaffare come Mafia Capitale).
Stop all’emergenza
La
fotografia del fenomeno accoglienza fissa solo al 15% la quota di
migranti gestiti dallo Sprar. Il resto è di competenza dei prefetti che
intervengono in emergenza e senza chiedere permesso inviando i profughi
ai Comuni i quali provvedono - quando è possibile - a sistemarli in
pensioni e hotel. Per ogni migrante all’hotel spettano 35 euro da cui
vanno decurtati i 2,50 euro del pocket money. Ma con il piano che Alfano
sta mettendo a punto con l’Anci, le città che sposeranno il Sistema di
protezione per richiedenti asilo e rifugiati verranno esonerate
dall’obbligo di ubbidire alle gare d’emergenza dei prefetti.