La Stampa 16.7.16
“L’Occidente chiude gli occhi e fa affari con i fondamentalisti”
Paolo Flores d’Arcais: la chiave è il ritorno alla laicità
intervista di Mattia Feltri
Paolo
Flores d’Arcais, direttore di MicroMega e autore per le edizioni
Raffaello Cortina di un saggio molto interessante (La guerra del sacro)
sul fondamentalismo islamico, oggi ci dice che «purtroppo gran parte
della sinistra e tutta la destra si rifiutano di vedere che c’è una
guerra dichiarata non ai governi occidentali bensì ai valori
rivoluzionari dell’eguaglianza, della laicità e delle libertà civili. È
una guerra dichiarata con la strage di Charlie Hebdo ormai un anno e
mezzo fa. Ma tutti hanno fatto finta di nulla».
Per quale motivo?
«Perché
l’Occidente degli establishment è complice, visto che fa affari
faraonici con l’Arabia Saudita e gli Emirati: non si può combattere
l’Isis, cioè il fondamentalismo islamico che vuole farsi Stato, quando
si è alleati di Stati islamici già fondamentalisti, in cui vige la
sharia; non si può quando il nostro spiritoso ministro degli Esteri vuol
fare entrare la Turchia di Erdogan nelle istituzioni europee; non si
può quando si concedono spazi enormi a istituti islamici che sono brodo
della cultura fondamentalista».
È la dottrina del multiculturalismo.
«Se
c’è eguaglianza delle religioni, va da sé che con il diritto di
istituire scuole private cattoliche o protestanti ci sarà anche quello
di istituirne di islamiche. Non bisogna più permetterlo: la scuola
repubblicana, come una volta era nelle intenzioni della Francia, non
deve solo tramandare il sapere ma anche gli ideali di libertà,
eguaglianza e fraternità. Va fatto perché, come abbiamo testimoniato con
ampie inchieste su Micromega, in Inghilterra, ma anche in Francia e in
Germania, interi quartieri di grandi città sono governati dalla sharia».
È la sua teoria dello scambio?
«Sì.
Si lasciano gli immigrati anche di seconda e terza generazione in
condizioni socialmente emarginate, invece di integrarli come cittadini. E
in cambio si concede la sharia come riconoscimento della diversità.
Gran parte della sinistra acconsente stupidamente perché così si tollera
l’oppressione del padre e del marito sulla donna e dell’Imam sul
credente».
Dunque? Che fare?
«Primo, per integrare servono soldi,
moltissimi ma ci sono, anche nell’Europa della crisi, viste evasione
fiscale e corruzione, se le si volesse combattere seriamente: è la
crescente povertà degli autoctoni che ostacola l’integrazione, perché
porta a vedere negli immigrati il nemico. Secondo, rigorosa laicità.
Terzo, nessuna concessione di diversità a chi propone diseguaglianza dei
diritti».
E nel frattempo, intanto che l’estremismo uccide?
«Anche
per ciò che è successo a Nizza, i nostri apparati di sicurezza sono
colabrodo, legati ai tempi della Guerra fredda e dell’oppressione
interna. Siamo indietro di alcune decine di anni: i terroristi si
formano nella cultura scolastica legata alle moschee, nelle carceri e su
Internet. È lì che serve un lavoro a tappeto di intelligence».
E forse nella vita quotidiana non c’è consapevolezza della guerra.
«Sì
e sarebbe bene che ci fosse, ma anche assurdo smettere di vivere
normalmente. La guerra c’è ma, come dicevo prima, i governi si rifiutano
di vederla. Se la situazione politica dei Paesi europei e occidentali -
perché ci sono dentro anche gli Stati Uniti - rimane questa, non c’è
alcuna possibilità di vincerla».
E come deve cambiare la situazione?
«Ci
vorrebbe che andasse al potere una sinistra egualitaria e illuminista
che però oggi non c’è, se non in piccola parte in Podemos in Spagna, nel
Movimento cinque stelle in Italia e in Bernie Sanders negli Stati
Uniti».