giovedì 14 luglio 2016

La Stampa 14.7.16
Il disastro ferroviario in Puglia
di F. Giu.
«Con le tecnologie e le risorse che ci sono oggi è inaccettabile catalogare la tragedia pugliese come un incidente». Il Movimento 5 Stelle attacca (...)sparando a zero sul governo e sulle scelte strategiche di privilegiare gli investimenti in grandi opere «inutili» rispetto a quelli in infrastrutture veramente indispensabili per il Paese: «Se nel 2016 ci sono ancora tratti ferroviari a binario unico è perché è stato deciso di non investire lì. Se anziché spendere miliardi di euro per bucare la Val di Susa per l’opera inutile della Tav si fossero usati quei soldi per sistemare queste e altre tratte a binario unico, oggi non saremmo a piangere 27 morti». E ancora, puntando il dito sul gap fra settentrione e meridione: «Nella legge di stabilità 2015 il governo di Renzi e Delrio, ministro dei trasporti, ha assegnato 4,5 miliardi per il miglioramento della rete ferroviaria del centro nord e 60 milioni per quella del sud, ovvero l’1,3% del totale». (...)
Il Movimento (...) mette in fila le tappe della vicenda del raddoppio mancato del binario della tragedia, a partire dal progetto del 2007 e dalla carenza dei sistemi automatici di sicurezza su quella tratta: «C’erano 180 milioni di fondi europei, scaduti nella prima tranche il 31 dicembre 2015». Fra gli interventi, previsti, il famoso raddoppio, «ma si è perso tempo con gli espropri, con le autorizzazioni, con l’impiego delle risorse. Almeno altri tre anni sono andati persi nei percorsi della burocrazia: si arriva al 16 giugno scorso, quando la Ferrotramviaria ha comunicato una proroga al 19 luglio per la scadenza della presentazione delle domande di partecipazione alla gara». E alle due interrogazioni parlamentari del M5s, «nessuna risposta».