La Stampa 10.7.16
Le mense scolastiche bocciate dai Nas
di Gaetano Pascale
Se
anche le mense dei nostri bambini e ragazzi fossero chiamate a superare
gli esami, una su quattro andrebbe incontro a una netta bocciatura: a
fornire questi dati è il Rapporto sui Controlli delle Mense Scolastiche
presentato dal ministero della Salute.
Fra i 2.678 servizi di
ristorazione collettiva controllati dai carabinieri dei Nas nell’anno
scolastico 2015-2016 sono state accertate infrazioni in ben 670 casi,
ovvero il 25% del totale. In 37 scuole le irregolarità sono state così
gravi da portare alla chiusura delle mense. I rapporti dei Nas parlano
addirittura di cibi scaduti, ammuffiti, scongelati e ricongelati. I
militari si sono imbattuti in alimenti importati acquistati nei
discount, quando non «made in Italy» taroccati o contraffazioni del
biologico. Senza parlare poi delle condizioni igieniche.
Oltre a
porre seri dubbi sulla logica dei bandi (troppo spesso improntati al
solo bilancio nutritivo, senza specifiche su caratteristiche e
provenienza del cibo), il rapporto evidenzia un clamoroso paradosso. In
nome di norme iperigieniste sulla carta - ma disattese nella realtà -
alle mense non si consente nemmeno di utilizzare i prodotti degli orti
scolastici, come quelli promossi da Slow Food in più di 500 istituti
italiani, perché ritenuti mancanti della necessaria tracciabilità. La
sicurezza alimentare, specie quella dei nostri figli, passa anche per
l’imposizione di regole certe in luogo di assurdi cavilli burocratici.
Le mense scolastiche oltre a offrire il giusto valore nutrizionale, sono
anche un importante momento di educazione alimentare. Ma, dai dati
sopra riportati siamo, in molti casi all’anno zero. Questa potrebbe
essere una sfida interessante per molte nuove amministrazioni comunali
che si stanno insediando. Non parole ma investimenti sul presente e
futuro delle nuove generazioni.