La Stampa 10.7.16
L’eccellenza del Nietzsche italiano
di Federico Vercellone
Tra
le poche cose che vanno relativamente bene in Italia c’è la filosofia.
Nonostante il totale disinteresse della classe politica nei confronti
della ricerca, l’Italian Theory emerge con ottimi risultati anche sul
piano internazionale.
La filosofia italiana del secondo Novecento è
segnata nel suo percorso dalla presenza influente della grande
filosofia classica tedesca. È una vicenda che si avvia da lontano,
perlomeno dalla grande rilettura di Hegel prodotta dal neo-hegelismo
napoletano e da Benedetto Croce. Successivamente, grazie a Luigi
Pareyson, emerge l’altro versante dell’idealismo tedesco, Fichte e
Schelling, oltre a Goethe e ai romantici e a Nietzsche, nel quadro di un
progetto filosofico volto a superare l’eredità neo-idealistica.
Proprio
Nietzsche costituisce un punto di svolta. La grande impresa
dell’edizione critica presso Adelphi delle Opere di Nietzsche, avviata
nel 1964, a cura di Giorgio Colli e Mazzino Montinari, apre un nuovo
capitolo di notevole significato anche sul piano internazionale. È un
capitolo che contribuisce a portare alla ribalta alcuni tra i più
significativi filosofi italiani, da Massimo Cacciari a Emanuele Severino
a Gianni Vattimo.
Su questo passaggio così significativo si
sofferma Emilio Carlo Corriero in un volume ponderoso, equilibrato ed
esaustivo uscito ora da Aragno, Il Nietzsche italiano. Il punto di avvio
fondamentale, in un quadro per altro estremamente composito in
relazione alla ricezione di Nietzsche, è l’idea di Crisi della ragione
dibattuta in un volume del 1979 comparso da Einaudi a cura di Aldo
Giorgio Gargani. Venuti meno i fondamenti della ragione classica,
Nietzsche costituisce un indispensabile punto di riferimento per
cogliere i tratti di un tempo di crisi dei fondamenti. Fare i conti con
la «morte di Dio» e con il venir meno dei valori trascendenti comporta
una rivoluzione del pensiero e dei modi di vita che mette in gioco
aspetti fondamentali della nostra civiltà con implicazioni notevoli sul
piano della convivenza civile, della morale pubblica, e della nostra
provenienza religiosa dal mondo cristiano.