«il valore particolare delle donne: il loro saper tutelare e salvaguardare il nucleo familiare» (sic!)
«le visite dei tre Pontefici in Sinagoga sono state importantissime»
Corriere 6.7.16
Noemi Di Segni
«Il valore particolare delle donne è un patrimonio dell’ebraismo»
Il nuovo presidente dell’Ucei: estendere alla comunità il saper tutelare la famiglia
intervista di Paolo Conti
Noemi
Di Segni, 47 anni, nata a Gerusalemme e romana d’adozione, è il nuovo
presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane. Torna una donna
alla guida dell’ebraismo italiano: «È il risultato di un lavoro di 4
anni realizzato da un gruppo di donne all’interno dell’Unione. Come
succede per gli alberi, c’è voluto tempo per vedere i frutti».
Lei idealmente succede a Tullia Zevi, presidente dell’Unione dal 1983 al 1998.
«È
un onore confrontarmi con la straordinaria eredità di Tullia Zevi che
ha guidato l’Unione svolgendo un lavoro fondamentale in anni di sfide
faticose. Necessariamente diverse da quelle di oggi che hanno come
sfondo le nuove tecnologie e il loro uso, l’integrazione, il dramma del
lavoro, l’identità europea in crisi».
Quale valore aggiunto può
portare una donna in un incarico molto delicato come quello di
rappresentare un ebraismo italiano compatto ma insieme diversissimo?
«C’è
il valore particolare delle donne: il loro saper tutelare e
salvaguardare il nucleo familiare. Io ho tre figli e so bene quanto sia
essenziale. Nella mia famiglia però tutte le donne non solo hanno avuto
rapporti familiari forti ma hanno sempre consolidato il loro percorso
personale affrontando studi universitari e inserendosi nella vita
pubblica e nelle istituzioni. In Israele, l’uguaglianza tra uomini e
donne è un dato acquisito: l’importanza di quella parità apparteneva
alla matrice sociale degli anni in cui nacque lo stato di Israele. Anche
in Italia sono stati compiuti molti passi in avanti ma le sfide restano
numerose. Una donna alla presidenza dell’Unione può trasferire il
proprio momento familiare a una famiglia più allargata, quella
dell’ebraismo italiano, trasmettendo con passione l’affetto per la
comunità con spirito di servizio. Il mio non è un “lavoro”, ma un
incarico gratuito in un ente che notoriamente non è lucrativo».
Anche
la comunità ebraica romana, la più numerosa, è guidata da una donna,
Ruth Dureghello. C’è dunque una nuova linea di tendenza nell’ebraismo
italiano?
«L’impegno delle donne sta diventando un patrimonio
dell’ebraismo italiano. Ruth è bravissima ed è bello pensare che Noemi e
Ruth, nella Bibbia, siano unite da un fortissimo legame tra suocera e
nuora. Ma voglio ricordare che non poche comunità, anche le più piccole
tra le nostre 21, sono state o sono dirette da donne. Ed è doveroso
sottolineare l’importanza che hanno le comunità più piccole, in cui è
magari più difficile mantenere la peculiarità e l’identità per la
mancanza di scuole. Sono comunità diverse tra loro, con tradizioni
spesso differenti. Un valore che va tutelato e protetto».
Pensa che in Italia ci sia ancora un antisemitismo diffuso, che il livello sia preoccupante ?
«L’antisemitismo
si evolve e cambia. Oggi nessuno teorizza l’eliminazione fisica come
fece il nazismo. Ma ci sono forme subdole che resistono, lo sa chi vive
sulla propria pelle quel non valorizzare, non riconoscere l’altro. Oggi
il pericolo maggiore viene dai social media dove, come dimostrano i
recenti episodi di terrorismo legati all’Isis, i giovani meno
strutturati possono essere attirati dai catalizzatori d’odio che
sfruttano debolezze e fragilità. Bisogna operare nelle scuole, sostenere
i giovani, spiegare i pericoli del web e raccontare cosa sta accadendo
nel mondo ma senza generare panico. L’ebraismo, per la sua capacità di
affrontare il nodo della sicurezza fisica e psicologica, può dare un
grande contributo».
Quanto hanno contato, nel rapporto tra ebrei e cattolici, le visite dei tre Pontefici in Sinagoga?
«Come
ha sempre detto il mio predecessore Renzo Gattegna, che per me è una
luce, un maestro e una grande persona, è diventato un rapporto tra chi
vuole conoscersi tra diversi ma ha molti messaggi comuni da portare.
Quelle visite sono state importantissime. Ci sono ancora questioni da
affrontare ma guardo con fiducia a un percorso che sta proseguendo molto
positivamente».