Il Sole Domenica 3.7.16
Apologeti
Tertulliano contro Marcione
di Armando Torno
Tertulliano,
scrittore e apologeta nato a Cartagine e vissuto tra il II e il III
secolo, era figlio di un centurione romano al servizio del proconsole
d’Africa. Non è certo che fosse un religioso, nonostante la
testimonianza di Gerolamo; sicuramente conobbe il mondo ed esercitò
l’avvocatura a Roma prima di rientrare in patria. Testimonia egli stesso
in un’opera contro gli gnostici, il De resurrectione carnis, che ebbe
modo di vuotare il calice del piacere sino all’ultima goccia. Dopo la
conversione, databile tra il 190 e il 195, metterà la sua cultura al
servizio della nuova fede, diventando uno degli apologeti di
riferimento. Di temperamento austero e cupo, non certo conciliativo,
dopo aver scritto opere che faranno di lui un autore di spicco della
letteratura latina cristiana oltre che un Padre eminente, fu portato da
preoccupazioni escatologiche attorno al 207 ad avvicinarsi al
montanismo, al quale in un secondo momento aderì. Scegliendo le tesi
dell’eresiarca Montano, secondo cui era imminente la fine del mondo con
la discesa della nuova Gerusalemme dal cielo nella pianura di Pepuza, in
realtà Tertulliano seguiva coerentemente la sua fede nei destini ultimi
dell’umanità che avevano permeato il cristianesimo delle origini. Ma
così operando si trovò, come dire?, fuori dalla Chiesa.
Il suo
contributo, comunque, resta importante non soltanto per i noti aspetti
apologetici. Una raccolta di opere, con latino e traduzione italiana,
sta uscendo nella collana «Scrittori cristiani dell’Africa romana»,
diretta da Claudio Moreschini per Città Nuova. Otto i tomi previsti per
Tertulliano, due dei quali sono dedicati anche al periodo montanista. E
ora ecco una novità nell’ambito delle sue Opere dottrinali: l’ultima
parte di Contro Marcione, ovvero i libri IV e V. I primi tre furono
pubblicati nel 2014 (in questi si trova anche l’utile introduzione).
L’Adversus
Marcionem di Tertulliano è una delle più ampie confutazioni, tra le
molte scritte a noi pervenute, di questo eretico, il quale aveva un
grande senso pratico e buone capacità organizzative. Si fece notare per
il suo antigiudaismo e per il rifiuto dell’Antico Testamento. La rottura
con la comunità romana è stata supposta nel luglio del 144: in quel
tempo Marcione si presentò ai presbiteri, espose a essi la sua
convinzione per la quale sarebbe stato impossibile conciliare la fede
rivelata da Gesù e Paolo col patrimonio religioso d’Israele accettato
dalla Chiesa. Secondo l’opinione di Adolf von Harnack, autore di una
fondamentale monografia su Marcione (tradotta in italiano da Marietti
1820, ma andrebbe rivista per una necessaria nuova edizione), in tal
frangente egli dovette consegnare ai cristiani di Roma una dichiarazione
scritta contenente i motivi del suo dissenso. Ma di lui non ci restano
opere.
Il Contro Marcione di Tertulliano, in V libri, dimostra nei
primi due che il Creatore del mondo non è diverso dal Dio buono; il
terzo è dedicato al fatto che Cristo era proprio il Messia annunciato
nell’Antico Testamento e non un eone eccelso in un corpo apparente. Già,
eone: gnostici e neoplatonici intendevano con questo termine un essere
spirituale procedente per emanazione dal Principio supremo, e concepito
come intermediario, gerarchicamente disposto, tra il mondo della luce e
quello della tenebra o materia. Nel libri IV e V Tertulliano attacca il
testo biblico proposto da Marcione e sostiene che non esiste una
contraddizione tra i due Testamenti.
Le capacità retoriche del
celebre apologeta non mancano in questi due ultimi libri. A volte
ricorre al chiasmo, giocando sulla forza delle ripetizioni; altre volte
isola la tesi di Marcione mostrandola in contrasto con i testi
neotestamentari; altre volte ancora egli cerca di chiarire le diverse
posizioni elencando gli argomenti, con un metodo che potrebbe ricordare
talune orazioni di Cicerone. Come nel IV libro, parlando delle
distinzioni che Marcione propose per Cristo, intendendone uno rivelato
nell’età di Tiberio e un altro destinato dal Dio Creatore per la
ricostituzione del giudaismo : «da questo punto verrà anche la nostra
prescrizione, con la quale noi stabiliamo che il Cristo di un altro dio
non deve avere niente in comune con il Creatore: altrimenti, si dovrà
dire che quel Cristo appartiene al Creatore se ha seguito le sue
disposizioni, se ha compiuto le sue profezie, se ha favorito le sue
leggi, se ha realizzato le sue promesse, se ha ripetuto i suoi miracoli,
se ha ridato vita alle sue affermazioni, se ne ha manifestato i
comportamenti e le caratteristiche. Di questo patto e di questo
principio ti prego di ricordarti sempre, o lettore; comincia allora a
riconoscere il Cristo, se è di Marcione o del Creatore».
Tertulliano, Opere dottrinali. Contro Marcione Libri IV-V , a cura di Claudio Moreschini, Città Nuova, Roma, pagg. 402, € 78