Il Sole Domenica 10.7.16
Prima della santità
Le origini pagane dei santi
di Armando Torno
Pierre
Saintyves era lo pseudonimo di Émile Nourry. Figlio di librai, con
l’intenzione mai realizzata di farsi prete, si specializzò negli studi
di folklore e a lui si devono non pochi saggi che trattano, per esempio,
della leggenda di Faust o delle concezioni magiche che stanno alla base
di credenze o miracoli. Nato nel 1870 ad Autun, nella regione della
Borgogna-Franca Contea, ebbe una sua libreria prima a Digione e poi a
Parigi. Nel 1936, l’anno dopo la morte, il rettore dell’Accademia di
Parigi, Sébastien Charléty, così ne scriveva sulla Revue de folklore
française: «Aveva ottenuto dai suoi studi la serena filosofia della
saggezza. La sua fisionomia, a volte grave a volte sorridente,
traspirava bontà. Calmo, si animava subito nella conversazione e
qualunque fosse l’argomento, stupiva sempre per l’immensità del sapere».
Di
Nourry, o meglio di Saintyves, esce ora, a cura di Vittorio Fincati, la
traduzione italiana di un saggio del 1907: I santi successori degli
dei. In esso si scava nel culto degli eroi o dei morti, ovviamente in
quello dei santi; si indaga sulle filiazioni verbali (usando tra l’altro
il metodo astronomico) e si va alle radici della civiltà cristiana
cercando, per esempio attraverso lo studio delle festività, quegli dei
pagani che anticiparono talune tradizioni. Saintyves parte dal libro
dell’abate di Saint Michel, don Cabrol, dedicato alle Origini della
liturgia; riprende le argomentazioni che sovente derivano da Loisy
(«Posto che si possa dimostrare l’origine pagana di un certo numero di
riti cristiani, tali riti hanno cessato di essere pagani quando sono
stati accettati e interpretati dalla Chiesa»), altre volte ricorre a
quella miniera di notizie lasciata da Tillemont in Mémoires pour servir a
l’Histoire ecclésiastique. Senza elencare tutte le fonti e
indipendentemente dal metodo, che non rispecchia criteri filologici, il
lavoro di Saintyves tocca argomenti di notevole interesse e le numerose
citazioni riportano l’attenzione su ricerche preziose riguardanti eroi o
santi intercessori o tutelari, sul ritrovamento delle reliquie e le
loro traslazioni, le inevitabili falsificazioni. Così come Agostino si
lamenta dei monaci girovaghi che vendono frammenti di ossa raccolte non
si sa dove, allo stesso modo Pausania segnala dei resti degli argonauti
Linceo e Ida che si conservavano a Sparta e che si era liberi di
considerare con sospetto.
E poi ecco storie degne di essere
conosciute. Come quella del Sudario di Lirey, che vide i canonici della
città intentare una causa a Roma per avere il diritto di continuare
l’ostensione della reliquia: papa Clemente VII fece aggiungere l’obbligo
che a ogni esposizione occorreva proclamare che non si trattava del
vero sudario di Cristo ma di un dipinto. Ci sono anche i furti dei corpi
dei santi, già presenti prima del cristianesimo e riguardanti
personaggi divenuti mitici. O le reliquie curiose: non è difficile
tentare paragoni tra i frammenti che si esponevano della scrofa bianca
con i suoi trenta porcelli sacrificata da Enea ad Alba e due o tre
lische di pesce con cui il Salvatore saziò cinquemila persone, mostrate
nella cattedrale di Marsiglia.
Un libro ricco di sorprese e
curiosità. Per conoscere meglio le nostre radici e per non dimenticare
che il sacro è indispensabile all’uomo.
Pierre Saintyves, I santi successori degli dei , Arkeios, Roma, pagg. 160, € 14,50