Il Sole 15.7.16
Il progetto. L’imprenditore punta a « entrare in Rcs in tempi velocissimi, l’importante ora è la velocità di esecuzione»
Cairo: «Partita vinta, ora grande lavoro»
di Antonella Olivieri
Il ceo di Intesa Messina: «Rcs sarà in grado di esprimere le grandi potenzialità»
Urbano
Cairo ha festeggiato la vittoria della battaglia su Rcs brindando a
champagne con la squadra degli advisor - Banca Imi (Intesa-Sanpaolo),
Equita, lo studio EredeBonelli - che l’hanno aiutato nella mission
impossible di entrare nella casa che edita il Corriere della Sera dalla
porta principale. Rispetto alla cordata Bonomi che partiva dal 22,6%,
Cairo ha lanciato la sfida con appena il 4,7% e l’appoggio di Intesa
che, titolare di un altro 4,2%, è anche il primo creditore di Rcs. La
determinazione ha pagato perchè il mercato gli ha consegnato il 40%,
sancendo la prevalenza dell’Opas con 124,2 milioni di azioni raccolte,
pari al 48,82% del capitale. «Sinceramente non mi aspettavo una distanza
così importante, non dimentichiamo che nella cordata concorrente
c’erano dei pesi massimi. Comunque un bel segnale, un segnale forte, di
come la gente vuol premiare merito e competenza», ha commentato a caldo
l’editore piemontese, «ma ora mi aspetta un lavoro pazzesco», ha
commentato a caldo l’editore, che vuole entrare in Rcs «in tempi
velocissimi, perchè l’importante ora è la velocità di esecuzione».
Il
risultato dell’offerta è ancora provvisorio perchè il conteggio finale
si farà il 28 luglio, quando si saprà quanti titoli saranno stati girati
dall’offerta soccombente. Allo stato, Cairo Communication dovrà versare
63,69 milioni in contanti agli aderenti, utilizzando solo parte della
liquidità in cassa che ammonta a circa 90 milioni, dopo il pagamento dei
dividendi. Lunedì però, all’assemblea straordinaria convocata per
adeguare l’aumento di capitale al concambio dell’ultimo rilancio, sarà
chiesta la delega per un altro aumento di capitale riservato fino a 70
milioni, che lo stesso Urbano Cairo ha intenzione di sottoscrivere
almeno in parte, operazione che consentirà di compensare l’esborso per
contanti.
A oggi la diluizione del
controllo in Cairo Communication per l’editore sarebbe dal 72,98% al
46%, ma nel caso risultasse eccessiva a conclusione dell’operazione è
già stato messo in conto di lanciare un reverse accelerated bookbuilding
per risalire sopra il 51%.
L’Opas - che ha
offerto 0,18 azioni di Cairo Communication e 25 centesimi in contanti
per ciascuna azione Rcs - ha convinto i due terzi del flottante di Rcs a
non vendere, ma a restare in partita a fianco dell’editore che sul
piatto ha messo anzitutto se stesso e le sue competenze nel settore.
Cairo ha promesso di portare l’Ebitda del gruppo integrato - le sue
riviste, La 7, Il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport, i
periodici della ex Rizzoli - a 215 milioni nel 2018 con ricavi
complessivi a 1.340 milioni e di raddoppiare così il valore
dell’investimento per chi ha creduto nel progetto. Non sarà facile,
perchè Rcs parte comunque con una zavorra di quasi 400 milioni di
debito.
«L'iniziativa presentata
da Urbano Cairo, con il nostro sostegno decisivo, per il rilancio di
Rcs ha ottenuto un risultato straordinario, che per noi è motivo di
grande soddisfazione - ha commentato Carlo Messina, ad di
Intesa-SanPaolo - È la dimostrazione di come progetti industriali ben
concepiti, e presentati in maniera convincente, siano in grado di
affermarsi e di coinvolgere la maggioranza di grandi investitori
internazionali e risparmiatori. Siamo certi che ora si potrà andare
verso una fase nuova nella quale Rcs sarà in grado di esprimere le
grandi potenzialità di un gruppo ricco di professionalità e competenze».