Corriere 17.7.16
Lite con la moglie per le valigie La uccide a martellate in testa
di Roberto Rotondo
Femminicidio a Varese, l’uomo ha confessato: «Non sopportavo più i suoi rimproveri»
Varese
Dovevano partire per le vacanze in Toscana, ma Roberto ha ucciso
Loretta con un martello proprio mentre stavano caricando le valigie
sull’automobile. Un omicidio per «futili motivi», scrivono i
carabinieri, ma quell’espressione da verbale nasconde in realtà un
rapporto malato nella coppia. Roberto Scapolo, 48 anni, rappresentante
di commercio nel settore ottica e Loretta Gisotti, 54 anni, estetista,
esperta di trucco, erano sposati da più di dieci anni.
Ai militari
Scapolo ha raccontato che non ne poteva più dei continui rimproveri
della moglie. Il delitto è avvenuto alle cinque e quarantacinque di
mattina a Laveno Mombello, in provincia di Varese. Nessun testimone,
nessuno che abbia sentito urla. L’uomo aveva finito di sistemare le
valigie nell’auto, ma la moglie si era innervosita per il modo in cui
aveva posizionato i bagagli. Rientrati in soggiorno, lei lo ha accusato
di essere come al solito impreciso. Probabilmente ci doveva essere del
vero in queste parole, e come lo stesso omicida ha ammesso era proprio
il comportamento disordinato di Scapolo uno dei motivi di costante
tensione tra loro. Nulla che però potesse far pensare a uno scatto di
ira così violento: alla procura di Varese, infatti, non sono mai giunte
segnalazioni su possibili violenze domestiche in quella casa.
L’uomo
ha spiegato di aver colpito con un martello che aveva in mano, per tre
volte, la moglie alla testa. Poi le si è gettato addosso e le ha stretto
le mani al collo. È quindi salito in auto e ha raggiunto la caserma dei
carabinieri. Ha telefonato al 112 e all’operatore, con calma, ha
spiegato tutto quello che aveva appena fatto e di volersi costituire.
Roberto
e Loretta vivevano da soli, non avevano avuto figli e la loro passione
erano i cani: un bastardino e un dobermann che accudivano nel giardino. I
conoscenti a mezza voce raccontano che i due ogni tanto litigassero, e
che la moglie era la personalità forte della coppia. Una donna in gamba
Loretta, determinata e brava sul lavoro. Era una truccatrice e aveva
seguito dei corsi di make up artist. Era cresciuta a Comerio, un paese
della provincia di Varese poco distante, dove ancora vive la madre
Rosita, che ieri mattina è accorsa subito davanti alla casa della figlia
ed è stata consolata dai vicini.
Il racconto fatto da Scapolo ai
carabinieri è stato confermato dalle prime analisi di polizia
giudiziaria. L’autopsia chiarirà se la donna fosse già deceduta dopo le
martellate o se è morta per strangolamento, ma prima di tutto andrà
indagata la mente dell’agente di commercio, un uomo che secondo le
testimonianze raccolte dagli inquirenti non era mai stato aggressivo e
che avrebbe deciso all’improvviso di scatenare una violenza cieca contro
la moglie.
Il nipote della coppia non riesce a trovare una
spiegazione per questa tragedia: «Andavo da loro un paio di volte al
mese — racconta incredulo il giovane —, mio zio era un uomo molto
paziente. Non so proprio cosa possa essere successo».