Il Sole 14.7.16
Editoria
Cairo: «Sono pronto per rilanciare Rcs»
Taglio dei costi e nuove iniziative
«I fondi sostengono la nostra Opas. Consegnati i titoli»
intervista di Laura Galvagni
Milano.
Appena possibile, se dovesse prendere la guida operativa, metterà mano
ai conti per recuperare marginalità avviando un’incisiva politica di
taglio dei costi.
Allo stesso tempo, però, lavorerà per ridare
slancio al business sviluppando i ricavi. Urbano Cairo, in questo
colloquio con?Il Sole 24 Ore, si dice pronto a prendere le redini di Rcs
Mediagroup e a imprimere la necessaria svolta se l’Opas (Offerta
pubblica di scambio) da lui promossa (0,18 azioni?Cairo ogni titolo Rcs
più 0,25 euro in contanti) prevarrà sull’Opa (1 euro a titolo) lanciata
da International Media Holding.
È sceso in campo perché convinto
di poter ottenere grandi risultati, sulla scorta di quanto fatto in
Cairo Communication e soprattutto a La7 dove, assicura, «in sei mesi le
spese sono state ridotte dell’80 per cento».
Quanto all’accusa di
non avere le spalle abbastanza larghe per sostenere l’operazione, Cairo
l’ha rispedita al mittente e, riguardo allo spettro di un possibile
stallo, ha dichiarato: «Non lo temo assolutamente». Fiducioso, in ogni
caso, che per il bene di Rcs «nessuno si metterà di traverso
aprioristicamente».
Comincia già la conta delle azioni consegnate,
International Media Holding di fatto è al 27,8% di Rcs (considerate
anche le azioni acquistate sul mercato), Lei all’11,29%. Gli operatori
però si chiedono se Lei abbia apportato o meno il pacchetto all’Opas.
È
naturale che lo farò, lo ho già fatto non so però se i miei titoli
siano stati computati o meno. E in ogni caso non è questo che conta.
Francamente non è un tema. La questione è quante azioni avrò raccolto
venerdì sera. E allo stato attuale sono molto confidente. In questo
periodo ho incontrato diversi investitori, circa un centinaio. In
parecchi mi hanno chiesto di aggiungere una componente cash all’offerta.
L’ho fatto: ho messo sul tavolo 25 centesimi e ora credo che il mercato
sia soddisfatto. Non a caso i fondi stanno rispondendo positivamente.
Se l’Opas dovesse prevalere sull’Opa concorrente, quale sarà la sua prima mossa?
I
primi 100 giorni sono fondamentali per dare una nuova direzione
all’azienda. Se otterremo la maggioranza, saremo prontissimi ed
entreremo velocemente per realizzare tutto ciò che è scritto nel piano
industriale.
Ha detto a più riprese che l’attuale management non verrà rinnovato, ha già definito quale sarà il nuovo assetto di vertice?
Io
certamente assumerò la guida operativa, questo per garantire anche la
massima tutela possibile agli investitori: opererò in prima linea.
Con quali priorità?
Certamente
il taglio dei costi per rimettere in carreggiata l’azienda e poi, in
contemporanea, la messa a punto e il rilancio di alcune delle attuali
testate, la piena valorizzazione di un evento importante come il Giro
d’Italia e il lancio di nuove iniziative per ridare smalto al business.
Va recuperata marginalità ma bisogna pensare anche a nuovi prodotti. Rcs
di fatto non ha più promosso nulla se non la Gazzetta Tv, iniziativa
che, mi dicono, è costata 10 milioni e che è stata archiviata dopo
appena otto mesi, causando peraltro costi anche per la chiusura.
Pensa che possa essere utile ipotizzare alleanze o partnership internazionali?
È
assolutamente prematuro discutere ora di nuovi accordi. Certo parlare
di partnership dal profilo internazionale crea sensazionalismo, sono
statement roboanti ma prima, forse, è fondamentale capire in che
direzione è opportuno muoversi e comprendere se queste partnership siano
realmente convenienti.
Perché ha deciso di mettere in gioco quel che ha costruito per Rcs?
In
realtà non sto mettendo in gioco quello che ho costruito penso che
possa essere un valore aggiunto prendere Rcs. È un’azienda alla quale
sono molto affezionato. Vent’anni fa presi in concessione tre testate
del gruppo ed è da lì che sono partito per creare Cairo Communication.
Così tre anni fa, in pieno aumento di capitale, assai travagliato come
ricorderete poiché diversi soci non seguirono la richiesta di nuovi
capitali, ha deciso di sottoscriverne una parte. In questo periodo sono
stato un socio silente, limitandomi ad arrotondare la partecipazione ma
capirete che se in cinque anni un’azienda perde 1,3 miliardi di euro c’è
evidentemente un problema di mala gestio da risolvere. Per questo, alla
luce dell’esperienza positiva fatta a La7 dove in sei mesi abbiamo
riportato in positivo un margine operativo che era negativo da 10 anni, e
tanto più a valle dell’annunciata fusione tra il gruppo Espresso e la
Stampa, ho capito che era arrivato il momento di agire.
Durante
questi mesi di acceso confronto, le è stato spesso imputato di non avere
le spalle finanziariamente abbastanza larghe per affrontare
un’operazione di tali dimensioni. Sta valutando seriamente l’ipotesi di
individuare un partner?
Al momento non cerchiamo nessun partner.
Il prossimo 18 luglio, però, all’assemblea Cairo Communication verrà
chiesto ai soci di dare al board la delega per un possibile aumento di
capitale da 70 milioni con esclusione del diritto d’opzione per favorire
l’eventuale ingresso di un socio che potrà essere un fondo sovrano o un
partner strategico.
Non teme che possa crearsi una situazione di stallo con un sostanziale pareggio delle due offerte?
Assolutamente
no. Ho un parere scritto dall’avvocato Erede che chiarisce che questa
non è una possibilità che si potrà mai creare. Prevarrà una delle
proposte e a quella vincitrice dovrà essere data facoltà di governare.
C’è il rischio, però, che i soci di International Media Holding possano creare una minoranza di blocco?
Non
ci sarà alcuna minoranza di blocco. Peraltro sarebbe incomprensibile
che degli azionisti si mettano di traverso in maniera aprioristica.
Detto questo, Rcs al momento non ha bisogno di alcuna operazione
straordinaria, considerato tra l’altro che la delega per l’aumento di
capitale è già stata data. Serve piuttosto una gestione ordinaria.
È possibile però che blocchino la fusione tra Rcs e Cairo Communication.
L’integrazione
è programmata in un orizzonte temporale di 12-24 mesi, vedremo se
vorranno penalizzare davvero così fortemente l’azienda.
Il 19
luglio del 2000 Cairo Communication ha debuttato in Borsa. A 16 anni di
distanza sta combattendo per il controllo di Rcs, l’avrebbe mai
immaginato?
No, non era decisamente prevedibile. Ho quotato Cairo a
6,5 euro per azione, oggi vale circa 4,5 euro ma ho distribuito 3,35
euro di dividendo a titolo, con un rendimento complessivo del 22%.
Nessun editore può dire di aver fatto altrettanto. Basti pensare che nel
2006, quando Francesco Colao è stato allontanato da Rcs, quel gruppo
fatturava 2,4 miliardi e capitalizzava 2,8 miliardi. Oggi ha 1 miliardo
di giro d’affari e vale in borsa 500 milioni, grazie per lo più agli
effetti benefici delle offerte in corso. Quando ho promosso la prima Ops
quotava 0,44 euro, meno della metà di ora. E questo come conseguenza di
ciò che hanno fatto alcuni dei signori che oggi lanciano l’Opa.