Il Sole 14.7.16
Dopo il verdetto sulle isole
Pechino lancia un Libro bianco. Tusk: la decisione non si tocca
di Rita Fatiguso
PECHINO
È amaro il day after della decisione della Corte di arbitrato
permanente dell’Aja sulla vertenza isole Spratly tra Cina e Filippine.
La Cina che non riconosce alcun valore legale e giuridico al verdetto ha
scatenato, tuttavia, un’offensiva mediatica per stigmatizzare quello
che viene vissuto come un affronto collettivo alla dignità della Cina e
dei cinesi e alle loro millenarie petese di sovranità su quelle isole.
Ieri
un libro bianco è stato subito reso pubblico; d’altro canto si è
ventilata anche la possibile creazione di un’ennesima zona di controllo
sulle isole stesse.
L’Europa per bocca prima di Donald Tusk,
presidente del consiglio europeo, e poi di Federica Mogherini Alto
rappresentante per la politica estera, ha ribadito che la decisione
della Corte nazionale non si tocca.
Resta, ironia della sorte, il
fatto che ieri Taiwan ha solidarizzato platealmente con Pechino; pur
essendo in una fase di rapporti molto tesi, i due hanno in ballo
contenziosi analoghi, e quello vale per Pechino, vale anche per Taipei.
Perfino la presidente Tsai, che Mainland China vede come il fumo negli
occhi, ha protestato contro il verdetto dell’Aja.