il manifesto 7.7.16
La spartizione è finita, Raggi presenta la sua giunta Cencelli
Roma. Campidoglio blindato e vietato ai movimenti
Giuliano Santoro
ROMA
EDIZIONE DEL
07.07.2016
PUBBLICATO
6.7.2016, 23:58
È
il giorno del debutto di Virginia Raggi e della sua maggioranza, almeno
all’apparenza blindatissima: 29 consiglieri su 48. Non era mai successo
in aula Giulio Cesare che una sola lista avesse la maggioranza
assoluta. L’ordine dei lavori si compone di sei punti. Prevede
l’elezione del presidente dell’assemblea e degli altri organi
consiliari, il giuramento della sindaca e la presentazione della giunta.
Nel
primo pomeriggio di ieri, i membri della giunta sono comparsi in
Campidoglio per una prima riunione informale. È entrato in anticipo e
dall’ingresso principale il rugbista Andrea Lo Cicero, che era stato
scelto quasi subito, prima del ballottaggio, per occuparsi di sport e
che da potenziale testimonial è divenuto figura imbarazzante causa
sparate contro rom e omosessuali. Dopo di lui, ad uno ad uno, sono
comparsi tutti gli altri scelti in questi giorni dopo complesse
trattative e, ecco una delle novità della via romana al grillismo,
compromessi tra le diverse figure di riferimento del M5S romano e
nazionale.
Tra
gli altri: il vicesindaco con delega alle partecipate e al patrimonio
Daniele Frongia, considerato vicino a Raggi; il manager Adriano Meloni
amico di Davide Casaleggio e in procinto di diventare assessore al
commercio e al turismo; l’ex funzionaria Unicef Laura Baldassarre,
vicina a quel Vincenzo Spadafora, il collaboratore di Luigi Di Maio che
verrebbe sfiorato dalle raccomandazioni della rete di Alfano di cui
parlano le cronache in questi giorni; l’urbanista Paolo Berdini, ancora
ieri indirettamente tirato in ballo in consiglio regionale per lo stadio
della Roma, del quale il Campidoglio è chiamato certificare l’utilità
pubblica.
C’è
anche Marcello Minenna, funzionario Consob che dopo un lungo tira e
molla ha accettato di occuparsi della questione incandescente del
bilancio romano e della sua ristrutturazione. È uscito alla chetichella,
prima di sera e senza rilasciare dichiarazioni, il contestato vicecapo
gabinetto Raffaele Marra
Si
attendono più di cento giornalisti, telecamere dall’estero, decine di
curiosi. Si montano schermi e scattano i preparativi per le occasioni di
grande affluenza. Ma questo pomeriggio di debutti rischia di incrinare
il rapporto tra la nuova amministrazione e la città: la questura di Roma
avrebbe vietato ogni manifestazione.
Promettono
di esserci lo stesso gli attivisti di Roma Comune, rete nata tra la
fine della giunta Marino e il commissariamento di Tronca per costruire
percorsi di autogoverno e democrazia dal basso. Per focalizzare
l’attenzione sui servizi sociali portano ad esempio la lotta del canile
comunale di Muratella, da mesi autogestito. «La questura continua a
opporre dinieghi senza avere, peraltro, nessun tipo di giurisdizione sul
Campidoglio – denunciano da Roma Comune – Nonostante ciò, nel giorno in
cui finalmente si riconvoca il consiglio comunale dopo il
commissariamento, saremo in piazza».
I
movimenti hanno reagito alla chiusura della piazza riappropriandosi
simbolicamente dell’hashtag usato da Raggi in campagna elettorale:
#Coraggio. Protesta anche Stefano Fassina, neoconsigliere di Sinistra
Per Roma: «La sindaca intervenga. Non è un buon inizio per chi ha
promesso partecipazione». Mentre si celebrerà il consiglio, le donne dei
centri antiviolenza si incontreranno al centro Dalia, al Pigneto. Già
nel giorno del suo insediamento, Raggi aveva ricevuto una loro
delegazione e aveva assicurato che tutelare i centri antiviolenza è «una
priorità». «Riceviamo con favore queste affermazioni e le accogliamo
come non solo di circostanza.
Tuttavia
non rimarremo inermi ad aspettare, c’è bisogno di atti concreti e
immediati, che continueremo a chiedere con forza» dicono dalla rete Io
Decido.
Infine,
per tornare alle faccende di palazzo: dove siederanno i pentastellati?
Pare che il dilemma si stia sciogliendo richiamando la «consuetudine che
impone alla maggioranza di collocarsi a sinistra». Ma precisa Valeria
Baglio, ex presidente d’aula e consigliera Pd, che nell’era Alemanno la
maggioranza «stava a destra». Tramontata l’idea di accomodarsi «sia a
destra che a sinistra» pare che i grillini condivideranno l’emiciclo
sinistro, che conta quaranta posti, proprio coi sette colleghi del Pd.