il manifesto 6.7.16
Valls zittisce il parlamento, Loi Travail approvata
Crisi
politica . Valls sceglie la prova di forza all'Assemblée nel dodicesimo
giorno di proteste contro la riforma del codice del lavoro . Ci sarà
una "censura" di sinistra? Il Ps è a pezzi, rinuncia anche
all'Università d'estate (per paura delle violenze). Domani l'omaggio a
Rocard agli Invalides
di Anna Maria Merlo
PARIGI
La Loi Travail passa definitivamente con il ricorso all’articolo 49.3
della Costituzione. Lo ha annunciato ieri pomeriggio all’Assemblée
Manuel Valls: se nell’arco di 24 ore (entro le 15,15 di oggi) non verrà
presentata una “mozione di censura” la legge El Khomri entrerà in vigore
senza ulteriori discussioni in parlamento. L’annuncio del secondo
ricorso al 49.3, già utilizzato in prima lettura all’Assemblée, è stato
accolto con rabbia dalle migliaia di persone che ancora ieri, per la
dodicesima volta, erano scese in piazza in Francia. A Parigi, al corteo
Place d’Italie-Bastille hanno partecipato tra le 6-7mila e le 45mila
persone (fonti polizia e Cgt). La destra ha lasciato l’emiciclo subito
dopo l’annuncio del ricorso al 49.3, per “mettere fine a questa
mascherata”, ha commentato il capogruppo Républicain, Christian Jacob,
che ha dato “appuntamento” ai francesi tra nove mesi, per il ritorno
della destra e la sua versione della Loi Travail, molto più liberista,
approvata dal Senato, con l’abolizione delle 35 ore.
La “fronda”
socialista, se raccoglie almeno 58 adesioni, potrebbe presentare una
mozione di censura, con la minaccia solo virtuale di far cadere il
governo “da sinistra”. In piazza, adesso ci sarà la pausa estiva (con
momenti di azione, anche sul Tour de France), ma i contestatori
promettono di riprendere la lotta a settembre. La spaccatura tra quelle
che Valls chiama “le due sinistre” e che considera ormai
“inconciliabili”, è consumata. Dopo quattro mesi di battaglie contro la
Loi Travail il bilancio è amaro: la legge è approvata, il governo è
accusato di “tradimento”, mentre la destra e l’estrema destra già
cantano vittoria. Per Valls, la colpa non è del governo, che ha accolto
“più di 800 emendamenti” al testo iniziale, riscritto con il contributo
della Cfdt. Ma gli ultimi ritocchi non sono stati sufficienti per
convincere la “fronda” a votare la Loi Travail e ad evitare cosi’ il
ricorso al 49.3: il governo ha rifiutato di modificare la “filosofia”
della legge, in particolare l’articolo 2 e “l’inversione della gerarchia
delle norme” (priorità degli accordi aziendali su quelli di categoria),
ma aveva accettato un accresciuto potere degli accordi di categoria
anche sui lavori usuranti e l’eguaglianza professionale tra i sessi
(oltre al salario minimo, la formazione, le mutue e le qualifiche).
Inoltre, aveva inserito l’apertura di trattative, settore per settore,
per determinare i settori dove la priorità sarebbe rimasta agli accordi
di categoria. Ma non è bastato. Per gli oppositori è tutta la riforma
del codice del lavoro che deve essere ritirata. “Il governo non ha più
la maggioranza – ha commentato Pierre Laurent del Pcf – è una sconfitta
politica”, il ricorso al 49.3 è “una scelta anti-democratica”. Il fronte
degli oppositori interni del Ps è cresciuto anche a causa del ricorso
al 49.3, un mezzo per chiudere la bocca al dibattito parlamentare.
Il
Ps rischia di affondare definitivamente. I socialisti hanno rinunciato
alla tradizionale “università d’estate”, che avrebbe dovuto aver luogo a
Nantes ad agosto, per timore di “violenze”, dopo che numerose sedi Ps
sono state oggetto di aggressioni, sempre a causa della Loi Travail. Al
posto, ci saranno dei “seminari”, in varie città. Il Ps, a pochi mesi
dall’appuntamento di presidenziali e legislative, poco per volta di
ritira, chiudendosi nel bunker dell’esercizio del potere.
Domani i
socialisti saranno riuniti agli Invalides per l’omaggio della
Repubblica a Michel Rocard, deceduto il 2 luglio, aperto con un discorso
dell’ex segretario Cfdt Edmond Maire. Paradossalmente, oggi molti
rivendicano l’eredità dell’ex primo ministro, l’uomo della “seconda
sinistra”, che ha tentato di correggere il giacobinismo con i principi
della socialdemocrazia. Valls, che ha iniziato la vita politica al
fianco di Rocard, puo’ ricordare che i governi dall’88 al ’91 guidati
dal suo “maestro” hanno stabilito un record di 49.3. Ma Rocard non aveva
una maggioranza. Valls, al contrario, l’ha persa. Il riformista Rocard,
che è entrato in politica denunciando le deportazioni in Algeria, che
ha introdotto l’Rmi (reddito minimo) e ha pacificato la Nuova Caledonia
con un accordo che tiene ancora oggi, non si riconoscerebbe nel
comportamento del suo successore a Matignon, che ha optato per i metodi
speditivi al posto della faticosa concertazione. Hollande, il
“mitterrandiano” cosi’ lontano da Rocard, dovrà fare l’elogio dell’uomo
politico che lo giudicava severamente riducendolo a “figlio dei media”.