il manifesto 12,7,16
Così cambia la strategia di Black Lives Matter
Usa. Per essere più visibili e correre meno pericoli, si prova a bloccare le tangenziali
di Marina Catucci
A
seguito dell’uccisione di due uomini neri, disarmati, per mano della
polizia, sono ricominciate le manifestazioni di Black Lives Matter in
tutta America e il mass shooting di Dallas per mano di un ex militare,
ha portato altro sangue ma non ha fermato le manifestazioni che ogni
sera avvengono nelle principali città statunitensi.
Nella
maggioranza dei casi le proteste si svolgono in modo pacifico, ma non a
Baton Rouge, Louisiana, dove è avvenuto uno degli omicidi della polizia,
quello di Alton Sterling. Le immagini che arrivano sono note e
somigliano a quelle viste a Ferguson, a Baltimore: manifestazione
pacifica di afro-americani affrontata e caricata da un corpo di polizia
in assetto da guerra. Si sono viste immagini di vera repressione, come
quella della poliziotta che avanzava verso i manifestanti imbracciando
un’arma automatica puntata ad altezza uomo; o la ragazza ferma
all’angolo di una strada buttata per terra e presa a calci mentre veniva
ammanettata da un poliziotto mentre un altro la teneva ferma.
Come
dice Mica Grimm, una delle voci più note del movinento Black Lives
Matter, originaria del Minnesota dove è avvenuto l’omicidio di Philandro
Castile, le dinamiche delle proteste Blm son cambiate nell’ultimo anno
perché chi manifesta sa che ora è sufficiente palesarsi in pubblico per
essere caricati. Dello stesso parere è Derey Maccarson, forse il più
noto attivista di Black Lives Matter, arrestato ieri sera a Button Rogue
perché manifestando era sceso dal marciapiede. «Quello che stanno
facendo ora – ha dichiarato Deray, appena rilasciato dopo 16 ore in
prigione – è cercare di spaventarci, vogliono che la gente abbia paura
di manifestare e smetta di scendere in piazza per paura».
Per
essere visibili e correre meno pericoli, le manifestazioni spesso si
svolgono bloccando le tangenziali, pratica comune anche per Occupy Wall
Street, movimento affine a Black Lives Matter ma composto
prevalentemente da bianchi. Per Ows occupare una tangenziale voleva dire
avere più visibilità politica e mediatica; per Blm è per non essere
massacrati dalla polizia.
La piega degli eventi, come ben
sappiamo, non è tranquillizzante: chi manifesta con Blv lo fa per una
basica ragione di sopravvivenza, e non smetterà perché convinto da una
forza brutale che, comunque, almeno in potenza, può colpire
quotidianamente. Senza nulla togliere alle sacrosante istanze di Ows, ma
gli afro-americani in piazza chiedono di non essere uccisi senza
ragione dalla polizia; ciò che li spinge a manifestare è il grado zero:
restare in vita.
Nelle notti appena trascorse i due Stati dove
sono stati uccisi i due afro-americani la settimana scorsa, Louisiana e
Minnesota, sono stati quelli dove la repressione delle manifestazioni
(tutte manifestazioni pacifiche) sono state più violente.
A
Dallas, dove il capo della polizia è persona dotata di buon senso umano e
civile, dopo l’uccisione di cinque poliziotti non si è verificata la
reazione a catena che si temeva potesse accadere.
Sembrerebbe
essere un problema di uomini, risolvibile cambiando le cariche, come sta
accadendo a New York dove il governatore Cuomo,il sindaco De Blasio e
il capo della polizia di New York city Bratton sanno di non potersi
permettere un altro caso Eric Garden e hanno dato direttive ben precise
per quanto banali.
Dalla Polonia Obama ha invitato polizia e
manifestanti a rispettare reciprocamente le proprie vite; martedì, in
anticipo su quanto previsto, tornerà negli Stati uniti e sarà a Dallas
al funerale dei poliziotti uccisi.