sabato 9 luglio 2016

Corriere 9.7.16
«Il referendum non si vince con la paura»
Le aperture di Renzi, anche sull’Italicum
«Parliamo di contenuti». Boschi: non è voto sul governo. Guerini: confronto sulla legge elettorale
di Marco Galluzzo

ROMA Lo hanno accusato di personalizzare il referendum, ora Renzi chiede agli italiani di farlo: «Personalizzatelo voi, fatelo vostro, come sempre, più di sempre, chiedo il vostro aiuto, per vincere questa sfida abbiamo bisogno che ciascuno di voi si metta in gioco, le strade sono tante, le trovate sul sito www.bastaunsi.it ».
Prima di partire per Varsavia, dove partecipa al vertice della Nato, il presidente del Consiglio scrive una lunga e-news in cui torna a parlare del referendum istituzionale. Chiarisce che «non lo vinceremo evocando la paura del No», ovvero di una possibile crisi, o delle conseguenze per la stabilità del Paese, come pure hanno fatto alcuni dei suoi ministri, e in parte lui stesso, nelle passate settimane.
Il cambio di passo è proprio nella prospettiva della comunicazione: «È vero, ci sono notevoli rischi per l’Italia, ci guardano anche dall’estero, Massimo D’Alema si è schierato per il No, ma non dobbiamo evocare la paura, piuttosto costruire una proposta, una speranza, dire che se vince il Sì ci saranno meno politici, meno sprechi di tempo e di denaro, più partecipazione, più chiarezza di ruoli. E se riusciamo a parlare di contenuti l’Italia dice Sì».
Nel giorno in un cui un sondaggio di Ipr Marketing per il Tg3 dà il No in vantaggio sul Sì (è al 52%), interviene il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi, anche in questo caso con sfumature nuove. Primo: «Siamo consapevoli che non passiamo essere paragonati alle madri e ai padri costituenti, sappiamo che ci sono delle imperfezioni, ma questa riforma ci fa fare un passo avanti». Secondo, come chiede Renzi a tutti i membri del governo, o della maggioranza, o infine agli italiani, «non vogliamo un voto di fiducia o di simpatia verso il governo, ma un dibattito serio e approfondito sul contenuto delle riforme, che vanno ben oltre la vita dell’esecutivo».
La Boschi parla anche della legge elettorale approvata dal governo, che difende: «Funziona e comporta anche un ripensamento delle dinamiche politiche, e pone anche a noi una riflessione su come stare insieme». Questo mentre il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, conferma che dopo il referendum è possibile intervenire con dei cambiamenti, a patto che ci siano solide maggioranze parlamentari: «Noi restiamo aperti al confronto, ma solo su ipotesi concrete, che abbiano una base solida a livello numerico». Insomma l’Italicum, anche secondo Renzi, si può migliorare, ma in modo rapido e chirurgico. È sempre Guerini a registrare un cambiamento di clima dentro la maggioranza, dopo le incomprensioni dei giorni scorsi con il partito di Alfano: «Mi pare che dalle parole di Schifani emerga che non c’è alcuna volontà di Ncd di cercare strade alternative, c’è anzi la volontà di lavorare insieme e continuare a dare risposte agli italiani, a cominciare dalla prossima legge di Stabilità». E il ministro Graziano Delrio aggiunge: «L’Italicum è un’ottima legge, ma il Parlamento è sovrano».
Il capogruppo dem al Senato, Luigi Zanda, invece si dice convinto «in modo profondo, sulla base delle mie conoscenze delle difficilissime condizioni del Parlamento e della frantumazione dei gruppi in Senato in questa legislatura, che dopo il governo Renzi non ci sia altra possibilità che nuove elezioni politiche». Un modo per smentire le voci che lo vorrebbero partecipe di un piano alternativo all’attuale governo, di marca Pd, con il ministro Franceschini come perno, ma anche un modo per rimarcare tutte le difficoltà, in caso di crisi, di un governo di scopo, magari varato solo per riformulare la legge elettorale del Senato.