Corriere 9.7.16
Raggi, sul capo di gabinetto scontro nel Movimento
E Morgante si fa da parte
Primi passi della sindaca: migranti problema di ordine pubblico
di Alessandro Capponi
ROMA
Il piglio decisionista e pubblico sulla questione migranti, le
trattative estenuanti e segrete per le ultime caselle da riempire nella
squadra romana: la sindaca Virginia Raggi sembra muoversi a due
velocità. Una alta, nell’approccio alle emergenze cittadine («i
migranti, questione di ordine pubblico, i cittadini sono inferociti») e
una ben diversa, più lenta, nello smarcarsi dalle pressioni del
direttorio sugli incarichi in Campidoglio.
Da una parte ci sono
gli incontri ufficiali — la richiesta di allontanare i migranti
accampati in una stradina «in condizioni disumane, la deadline è la
prossima settimana», il richiamo al governo perché «la logica
dell’emergenza deve finire, Roma è affollata» — e quindi l’appuntamento
con la prima giunta e il primo consiglio comunale con schema meetup
(tavoli tematici) oltre agli assessori che si presentano uno alla volta
in uno video confezionato per i social — «Ciao sono Daniele Frongia e
sono il vicesindaco, ciao sono Luca Bergamo e mi occuperò di Cultura...»
— tutto nel segno dell’efficienza, quindi; e però nella giornata c’è
anche questo scontro, sempre interno al M5S, che si consuma nel nome di
Daniela Morgante, la quale — sostenuta da Roberta Lombardi e Marcello De
Vito — sembrava sul punto di subentrare a Raffaele Marra e Daniele
Frongia (nominati e poi rimossi) nel delicato incarico di capo di
gabinetto. Ma Raggi è contraria: in quel posto vuole una persona di sua
fiducia, soprattutto dopo aver rinunciato a quella poltrona per Frongia.
Il confronto tra le varie anime del Movimento, a quanto pare, non si è
concluso con la presentazione della giunta. Due volti dello stesso
giorno, per la sindaca: uno aggiornato in tempo reale su Facebook,
l’altro tenuto segreto.
E così accanto agli impegni ufficiali — il
vicesindaco, Frongia, che va all’ospedale a far visita a un ragazzo
finito sotto un treno nella metro, Raggi che convoca il dg dell’Atac
Rettighieri in Campidoglio — accade altro: e cioè che Daniela Morgante,
magistrato della Corte dei Conti, decida di sfilarsi: mancanza di
chiarezza e di certezze, è la motivazione che trapela dai suoi
collaboratori. Non sarà proprio come sbattere la porta, ma certo il
disappunto per la situazione di stallo (politico) è innegabile. E c’è un
altro «caso», poi, nella neonata giunta Raggi: «Corrisponde al vero —
domanda in un’interrogazione parlamentare il deputato Pd Giampaolo Galli
— che l’assessore al Bilancio, Marcello Minenna, intende mantenere la
funzione a tempo pieno e lo stipendio come dirigente della Consob?». Per
Galli si tratta non solamente di «due incarichi», ma anche di
«conflitto d’interessi, considerato che Minenna ha le deleghe alle
società partecipate: tra queste anche Acea, quotata in Borsa e quindi
sotto il controllo Consob». Per il Campidoglio non c’è alcun caso:
«Galli si è inventato una presunta incompatibilità ma basta consultare
il sito web Consob per constatare come l’Ufficio analisi quantitative
non abbia competenza in materia di società quotate». Il parlamentare
Andrea Augello (ex An) è pronto a raddoppiare le interrogazioni al
Tesoro: «Premesso che Minenna ha già manifestato alla Consob la sua
intenzione di non avvalersi dell’aspettativa...». La giunta è nata
giovedì ma la polemica già infuria.