sabato 9 luglio 2016

Repubblica 9.7.16
Unioni civili al palo, Comuni nel caos
L’appello dei sindaci: “Centinaia di coppie in lista di attesa, sbloccate subito il decreto con il regolamento” Palazzo Chigi: “Testo già trasmesso al Consiglio di Stato”. Le associazioni omosessuali: “Ritardi per negligenza”
di M.N.D.L.

ROMA. I più preoccupati sono i sindaci. Il primo cittadino di Rimini, ad esempio, Andrea Gnassi: «Dateci il via, vogliamo celebrare le unioni civili, abbiamo le liste d’attesa». Altri procedono in ordine sparso. C’è chi, come il sindaco di Fiumicino Esterino Montino, ha già cominciato a prendere prenotazioni per gli eventi. L’Anci incalza: «I Comuni hanno bisogno di norme certe». Perché a due mesi dalla “rivoluzione” delle unioni civili, in Italia è ancora tutto fermo. Mancano i “libretti d’istruzioni”, per poter applicare davvero la legge. Ossia il decreto- ponte che il ministro dell’Interno Alfano avrebbe dovuto pubblicare quattro giorni fa, il 5 luglio scorso.
Denunciano le associazioni gay: «Il ritardo di Alfano è frutto di negligenza cinica e irrispettosa verso migliaia di cittadini». Perché la paura, soprattutto da parte del mondo Lgbt, è che dopo aver aspettato tre decenni, i tempi della burocrazia facciano impantanare tutto. In fondo è già successo: leggi approvate e poi sepolte dai bizantinismi dei regolamenti e dei codici. In questo caso, approvata la legge, c’era bisogno di decreti attuativi che nel concreto spiegassero ai sindaci come celebrare le unioni civili: tempi, luoghi, documenti. Istruzioni contenute, appunto, nel decreto-ponte che il ministro Alfano avrebbe dovuto già pubblicare. Ma nulla è accaduto.
E se 4 giorni di ritardo possono sembrare pochi (ma ieri sera Palazzo Chigi ha annunciato che il decreto è pronto e trasmesso al Consiglio di Stato) le associazioni omosessuali, come il circolo “Mario Mieli” , non nascondono, invece, il loro timore che si tratti comunque di un ritardo strategico, «dovuto alla ben nota idiosincrasia di Angelino Alfano per questa legge». Insomma una sorta di boicottaggio verso le unioni gay, che l’Ncd ha combattuto fino all’ultimo, «fino ad ottenere che venissero tolte dalla legge alcune parti come la stepchild adoption ». Chissà. Visto il momento complesso, il ritardo del decreto-ponte potrebbe essere soltanto fisiologico. Ma tanta era l’attesa che questa manciata di giorni in più sta creando un vero e proprio caos nei Comuni, subissati di richieste e costretti a navigare a vista. Chi ha affisso sulla porta del municipio la lista dei documenti, chi invece rinvia all’arrivo del decreto. C’è anche chi si azzarda a celebrare le prime unioni civili, con il rischio di irregolarità e di annullamento degli atti. Insomma ognuno fa quel che può, con il rischio, sottolineano i senatori del Pd Cirinnà e Lo Giudice, che ogni Comune abbia poi un registro diverso dall’altro.
È certo però che tempi si stanno allungando: il Consiglio di Stato ha a disposizione infatti altri trenta giorni. Insomma, se tutto andasse come previsto, senza ritardi, le prime date utili slitterebbero almeno alla fine di agosto. Ci sono poi coppie di gay e lesbiche già avanti negli anni, o in cui uno dei partner è malato, che dopo aver atteso tutta la vita per poter dare legittimità alla loro unioni, adesso vedono i giorni scivolare via, con la paura di non fare in tempo.