venerdì 8 luglio 2016

Corriere 8.7.16
Caserma Diaz, l’agente che mentì punito con 47 euro
La commissione di disciplina della Polizia gli ha «inflitto» appena un giorno di sospensione dello stipendio
di Erika Dellacasa

GENOVA Dopo l’irruzione della polizia nella scuola Diaz durante il G8 di Genova nel 2001 — notte di violenza e pestaggi definita «macelleria messicana» dal vicequestore Michelangelo Fournier — l’agente Massino Nucera dichiarò di essere stato accoltellato da un no-global e mostrò il suo giubbotto lacerato. Non era vero. Come scrivono le sentenze passate in giudicato Nucera aveva «accusato di tentato omicidio una persona non identificata sapendola innocente», e si era procurato da solo o con l’aiuto di un altro agente i maldestri tagli sul giubbotto. Per questo è stato condannato per falso a tre anni e quatto mesi ma la prescrizione si è portata via tutto.
Dopo la sentenza di Cassazione del 2012 l’organo disciplinare della polizia ha valutato la sanzione da comminare a Nucera ed è arrivata la decisione: l’aver dichiarato il falso al fine di «giustificare la violenza» contro persone indifese e aver falsamente dichiarato che ci fu alla scuola Diaz «resistenza armata» vale per Nucera un mese di sospensione dallo stipendio. Invece no. Dopo questa decisione è intervenuto nel 2014 il capo della Polizia che ha riconsiderato la sanzione: basta un giorno di sospensione, a conti fatti 47 euro. Questo considerando «l’ottimo stato di servizio», i premi ricevuti e le «capacità dimostrate».
Nel frattempo Nucera è finito imputato e condannato, quindi ancora una volta prescritto nel 2010, in un altro processo per falsa testimonianza. Alla fine di una partita di basket Teramo-Roseto infatti tre poliziotti picchiarono selvaggiamente «senza alcuna valida giustificazione» (così recita la sentenza) un tifoso del Teramo: tutti condannati, compreso Nucera che testimoniò che il tifoso si era fatto male «prima», durante una rissa mai avvenuta. Condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, prescritto in appello. Il caso riapre gli interrogativi sollevati dalle violenze durante il G8 anche nella caserma di Bolzaneto: della mancanza nel nostro codice del reato di tortura si parlerà a Genova a Palazzo Ducale venerdì 15 con il magistrato Enrico Zucca, giuristi e giornalisti.