Corriere 8.7.16
Il Csm valuta di aprire una pratica sul magistrato del caso Capua
di Virginia Piccolillo
ROMA
La decisione formale verrà presa nel prossimo consiglio di presidenza,
ma a Palazzo dei Marescialli è condivisa l’idea di aprire una pratica
sull’inchiesta kafkiana subita da Ilaria Capua, la virologa di fama
internazionale, accusata improvvisamente di epidemia e corruzione. E
lasciata in questo incubo per anni senza essere «mai stata interrogata
da nessun magistrato» fino al punto di decidere di lasciare l’Italia per
un incarico prestigioso all’estero. Il consigliere laico Pierantonio
Zanettin ha chiesto di valutare se esistano «profili di incompatibilità,
sotto il profilo dell’appannamento dell’immagine di terzietà e
imparzialità» per il magistrato che per primo l’ha indagata, il
procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo. Ma ieri al Csm si è
parlato soprattutto di «buone prassi». All’unanimità è stato approvato
un «manuale» che ne seleziona 221 (sulle 1.500 segnalate). Una sorta di
vademecum su come coprirsi al meglio con la «coperta corta» delle
risorse economiche e umane a disposizione degli uffici giudiziari. «Mi
sono emozionato vedendo come, a Locri, un ufficio in uno stato di
semiabbandono sia stato trasformato in un tribunale efficiente e
colorato da un gruppo di giovani detenuti volontari», ha detto il
vicepresidente del Csm, Giovanni Legnini, che ha evidenziato il «salto
culturale» e sottolineato che «questo strumento operativo che prima non
c’era è una risposta alla critica diffusa e in gran parte infondata di
una scarsa considerazione della magistratura per l’organizzazione degli
uffici». Ma resta urgente «che governo e Parlamento diano risposte al
tema della carenza dell’organico». Tra le buone prassi suggerite c’è
l’istituzione di un «Ufficio affari semplici». Tutte finiranno su un
portale del Csm, consultabile da ogni ufficio. Ma, come ha detto
Francesco Cananzi, relatore della pratica con Antonello Ardituro, «anche
il ministero può utilizzarlo».