Corriere 8.7.16
Francesca Immacolata Chaouqui
«È una vendetta della Curia Ho ancora documenti scottanti»
di V. Pic.
Si
aggiusta la blusa di seta fiorata e sorride. Francesca Immacolata
Chaouqui è soddisfatta: «Hanno capito che se avessi voluto fare un danno
alla Santa Sede, l’avrei fatto con ben altro». Rieccola. Poco prima
dell’udienza aveva scritto su Facebook di avere documenti scottanti in
cassaforte. C’è chi l’ha letta come l’ultima minaccia. Lei alza le
braccia al cielo: «Io i documenti ce l’ho. Certo che nei mesi alla Cosea
sotto gli occhi mi è passato ben altro rispetto alle “quattro cavolate”
che hanno scritto Nuzzi e Fittipaldi». Ad esempio? «I conti laici dello
Ior, i conti laici dell’Apsa... ne ho tante». L’avvocato Laura Sgrò
(che l’ha difesa in aula, con il «concorso esterno» di Giulia Bongiorno)
tenta di trascinarla via per un braccio. «Francesca era accusata di
associazione a delinquere ed è stata prosciolta. Era indicata come la
mente della divulgazione e ora di-cono che ha solo partecipato.
Valuteremo se fare appello, ma è un grande risultato», dice. E le lancia
un’occhiata implorante stile: «Taci per qualche ora». In aula lo aveva
detto: «Parla quando deve stare zitta ma non può essere condannata per
questo». Ma lei vuole parlare ancora. E scrivere: «Un libro per
raccontare a mio figlio Pietro la verità su questo processo». Cioè? «È
stata una vendetta della Curia contro il Papa che aveva scelto per la
Cosea persone non concordate. Ed è iniziata questa follia di 10 mesi con
una donna incinta sotto processo. Non ero agli arresti solo perché sono
evasa: durante il fermo mi sono sentita male e dal pronto soccorso non
sono più tornata. Ma l’importante è che si è sgonfiato tutto e non ho
avuto l’interdizione». Perché, vuole tornare? «Ora no. Ma con il Santo
Padre ci sarà tempo per ricucire».