giovedì 7 luglio 2016

Corriere 7.7.16
E la sindaca motiva i suoi «Giornata storica ma voi restate normali»
di Ernesto Menicucci

ROMA Niente direttorio, stavolta. Niente staff di comunicazione della Camera. Niente leader del Movimento. Ma, per quasi due ore, Virginia Raggi e la sua «squadra», da soli, faccia a faccia, per la prima riunione «informale» della giunta che sarà presentata oggi. Sulla piazza del Campidoglio fa un caldo africano, gli assessori cercano di svicolare da uno dei mille varchi del Palazzo Senatorio che è quasi «immarcabile» per i cronisti. Un paio di giornalisti provano (e ci riescono) ad intrufolarsi fino all’aula Giulio Cesare, ma vengono poi rispediti indietro dagli agenti. Bocche cucite, vertici «blindati», pochissimi spiragli lasciati alla stampa.
Raggi è chiusa dentro, Andrea Lo Cicero scappa via prima del tempo («è andata benissimo», dirà) e si capisce che il suo nome è stato depennato dalla lista; Raffaele Marra, che doveva essere vicecapo di gabinetto, ha il morale sotto ai tacchi. La sindaca riunisce i suoi («la giunta nella sua composizione completa», fanno sapere i Cinque Stelle) e li «catechizza» in vista di questo pomeriggio, quando si presenteranno di fronte all’Assemblea Capitolina e quindi di fronte ai cittadini romani.
Il suo messaggio è chiaro, in pieno stile M5S: «Domani (oggi per chi legge, ndr ) è una giornata storica», esordisce. E poi, dentro la Sala delle Bandiere (quella che, disse Ignazio Marino, aveva i segni delle sigarette spente sul parquet, nonostante il divieto di fumo), insiste: «Dobbiamo sempre ricordarci di essere dei cittadini “normali”, come tutti gli altri. Dobbiamo ricordarci da dove veniamo, dobbiamo restare tra la gente, con umiltà, senza chiuderci dentro le stanze del Palazzo». Sarà la «cifra» della sua azione di governo, da ora in avanti: «Se riusciremo a riavvicinare la gente alla politica e alle istituzioni, durante il nostro mandato, avremo già raggiunto un grande obiettivo». E ancora: «Roma è stata abbandonata dalla politica, noi che siamo cittadini competenti e qualificati dobbiamo tornare a starle vicino e restituirle la bellezza che merita». Molti la ascoltano, qualcuno la applaude. La sindaca, però, dopo una partenza piuttosto incerta, ha voglia di mettersi al lavoro. Ed ha già chiesto ai suoi assessori (che ha ringraziato per «la disponibilità mostrata») di arrivare alla riunione informale coi primi dossier da affrontare: dall’ open government (aprendo, cioè, il più possibile le decisioni politico-amministrative alla condivisione con i cittadini) alla lotta agli sprechi (cavallo di battaglia del M5S, oggetto anche di un libro scritto da Daniele Frongia), dalle Partecipate alla mobilità sostenibile, dal debito del Comune di Roma (ma la storia del pre-default fatta filtrare ieri, e già smentita dalla Raggi, è una «bufala») fino alle questioni legate alla gestione dei rifiuti e degli altri servizi pubblici della città. Fatta la squadra, ora Raggi deve governare. La sfida più delicata.