Corriere 6.7.16
I nazionalismi ignoranti contro l’italiana Fiume
di Gian Antonio Stella
I
nazionalisti dell’Heimatbund, la lega patriottica sudtirolese che
vorrebbero cambiar nome a «via Fiume» a Bolzano perché
«indissolubilmente legato al fascismo», non hanno mai sentito nominare
l’olandese Joan Blaeu. Fu uno dei più grandi cartografi di tutti i tempi
e nel 1635 pubblicò col fratello Cornelius, nella scia del padre
Willem, il Theatrum orbis terrarum, sive, Atlas novus , poi ampliato
fino a comprendere 594 carte in 11 volumi che, come spiega libri.it,
«riproducevano l’intero mondo conosciuto dagli europei della prima età
moderna». Vadano sul web, quegli amici di Eva Klotz, e cerchino dunque
la mappa dell’Istria del grandissimo cartografo. E vedranno che vicino a
Fiume vengono citati toponimi slavi come Moskanitz, Cosliac, Dumkovriz.
Ma, piaccia o no ai fanatici e al loro Obmann Roland Lang autore del
comunicato in cui si spinge a dire che non c’è una mappa col toponimo
Fiume (sic), Joan Blaeu chiama Fiume Fiume. Quasi tre secoli prima della
cosiddetta «impresa» di Gabriele D’Annunzio del 1919. Altro che città
croata da chiamare col nome croato o «col nome tedesco St.Veit am
Flaum».
E Fiume è chiamata Fiume, anche se l’ignorantello Obmann
lo ignora, anche nelle mappe tedesche del settecento e dell’ottocento.
Come quella edita da Carl Flemming di Glogau intitolata Karnthen, Krain,
Gorz-Gradisca, Istrien, Triest dove non solo le regioni (Carinzia,
Carniola, Gorizia-Gradisca, Istria…) sono in tedesco ma sono in tedesco
tutte le indicazioni compreso l’«Adriatische meer» ma non Lussin
Piccolo, non l’isola di Pago, non Rovigno, non Parenzo o Cittanova o
appunto Fiume. Perché, pur essendo dal 1779 sotto l’Impero
austro-ungarico, gli austriaci non fanatici e non incolti come oggi
quelli di Heimatbund sapevano perfettamente che Fiume era di cultura,
tradizioni e lingua a larga maggioranza italiana. Ed è una mappa del
1855: 8 anni prima che D’Annunzio nascesse, altro che nome «inquinato»
da «precursori del fascismo»… Oltre mezzo secolo dopo quella mappa, del
resto, il censimento austriaco (austriaco!) del 1918 avrebbe certificato
che «prima» (prima!) della «impresa» dannunziana e della Marcia su
Roma, c’erano a Fiume (così chiamata: Fiume) 28.911 italiani, 9.092
croati, 161 serbi, 1616 tedeschi, 4.431 ungheresi, 1.674 sloveni, 379
«altri». Insomma: quella italiana era oltre il triplo della seconda
etnia presente. Questi sono i fatti. Il resto sono solo ciacole di
nazionalisti da osteria. Troppa birra.