Corriere 6.7.16
Le pressioni del direttorio sulle scelte della sindaca
Il ruolo di Di Maio che cerca di convincere il dirigente Consob Minenna e interviene su altri nomi
di Ernesto Menicucci
ROMA
La Raggi è la Raggi, naturalmente. E il «raggio magico»? Dentro la
giunta, a vedere da come è stata composta e venuta fuori, pare un
«raggetto». Perché la sindaca si porta all’interno dell’esecutivo il
braccio destro Daniele Frongia, che sarà vicesindaco con forse anche la
delega ai Trasporti, ma deve «rimangiarsi» due nomine (quella stessa di
Frongia a capo di gabinetto, più quella contestatissima di Raffaele
Marra) e deve accettare che sulla sua giunta ci abbiano pesantemente
messo le mani i vertici di M5S. Un ruolo determinante, a ricostruire
provenienze e amicizie, lo ha avuto soprattutto Luigi Di Maio, sempre
più «garante» politico della consiliatura-Raggi. È stato lui a cercare
di mediare, quando la lite all’interno del Movimento si è fatta più
accesa, ed è sempre lui ad essere corso in aiuto della sindaca quando
l’empasse sulla formazione della giunta sembrava difficile da superare.
Da
Di Maio arriva direttamente Laura Baldassarre, dirigente dell’Unicef,
già collaboratrice di Vincenzo Spadafora, oggi capo delle relazioni
istituzionali del vicepresidente della Camera.
Sempre Di Maio
avrebbe indicato Andrea Lo Cicero, campione di rugby, allo Sport —
finito giorni fa nelle polemiche per alcune dichiarazioni ritenute
omofobe — ed è andato fortemente in pressing su Marcello Minenna, che
fino a qualche giorno fa sembrava deciso a non accettare l’incarico al
Bilancio. Il dirigente Consob era dubbioso, chiedeva maggiore autonomia
rispetto al direttorio, puntava magari ad un ruolo dirigenziale
(Ragioniere generale del Comune, ad esempio). Ma, alla fine, Di Maio
pare averlo convinto.
Dal «giro» parlamentare arrivano poi Paolo
Berdini, storico collaboratore del gruppo alla Camera per le questioni
urbanistiche, con un rapporto molto solido con Alessandro Di Battista,
mentre Paola Muraro all’Ambiente (selezionata come molti altri dopo i
colloqui col mini-direttorio) sarebbe stata «segnalata» da Paola Taverna
e dal compagno (parlamentare anche lui) Stefano Vignaroli, che non a
caso partecipò con la Raggi alla famosa manifestazione su verde e
rifiuti nella zona di Piana del Sole, quando comparvero all’improvviso i
vigili urbani e la sala si svuotò per qualche minuto.
Anche
Milano, però, non è stata a guardare. Nel Movimento, infatti, sostengono
che l’indicazione di Adriano Meloni, manager del Turismo, ex
amministratore delegato di Expedia, sia arrivata direttamente dalla
Casaleggio Associati.
E Roberta Lombardi, la potente deputata
romana? In teoria, dentro la giunta, non avrebbe uomini (o donne) che
fanno riferimento a lei. In realtà, però, la parlamentare che nella
Capitale è una delle antesignane del Movimento (insieme a Paola Taverna,
che nel 2008 si candidò con «gli Amici di Beppe Grillo»), incamera due
fra le posizioni più delicate dell’amministrazione: il presidente
dell’Assemblea Capitolina che sarà Marcello De Vito; e la capo di
gabinetto (fortemente caldeggiata dallo stesso De Vito, suo vicino di
casa) Daniela Morgante. Come dire: il «controllo» politico e
amministrativo sulle delibere della giunta Raggi. Un potere persino
superiore a quello di molti assessorati.