mercoledì 6 luglio 2016

Corriere 6.7.16
Raggi, la giunta con 5 donne
di Ernesto Menicucci

La spinta decisiva sarebbe arrivata da una telefonata di Davide Casaleggio. La sindaca di Roma, Virginia Raggi, ha annunciato che la giunta è pronta. Ci sono 5 donne.
ROMA La spinta decisiva, pare, è arrivata dalla telefonata di Davide Casaleggio che invitava Virginia Raggi «a fare in fretta» e a chiudere la giunta il «prima possibile». Detto, fatto: «La giunta è chiusa», annuncia la sindaca quasi al tramonto, uscendo dal Campidoglio. Tredici giorni dopo la proclamazione (avvenuta il 22 giugno) e a meno di 48 ore dalla convocazione della prima seduta dell’Assemblea Capitolina, il Movimento Cinque Stelle trova la «quadra» su Roma, proprio nel giorno in cui l’M5S sferra l’attacco all’Anci, l’associazione dei Comuni italiani: «Succursale del Pd».
La giunta sarà composta da 6 uomini e 5 donne, con le quote rosa rispettate grazie al «doppio ruolo» della stessa Raggi: sindaca e assessora al Personale, delega che terrà per sé. Le altre sono Paola Muraro all’Ambiente, nonostante la diffida inviata all’Ama per il pagamento di una consulenza e lo «scivolone» istituzionale di ieri, quando ha ricevuto a Palazzo Senatorio il presidente della stessa Ama Daniele Fortini senza essere ancora assessora in carica; poi Laura Baldassarre al Sociale, Flavia Marzano alla Smart City e la new entry potrebbe essere Ivana Paniccia (che viene dall’Autorità dei Trasporti) alla Mobilità, lei però smentisce.
I sei uomini invece sono Paolo Berdini (Urbanistica), Luca Bergamo (Cultura), Andrea Lo Cicero (Sport), che in serata però torna in bilico, Adriano Meloni (Commercio e Turismo). Più Daniele Frongia come vicesindaco (a lui potrebbe andare anche la delega ai Trasporti) e, ultima tessera del mosaico, il dirigente Consob Marcello Minenna che ha accettato dopo un tira e molla interminabile e molti ripensamenti la delega al Bilancio.
Il capo di gabinetto, altro ruolo strategico anche se fuori dalla giunta, sarà Daniela Morgante, magistrato della Corte dei conti che col «Marino-uno» fece l’assessora proprio al Bilancio, prima di entrare in rotta di collisione col «sindaco marziano» sulla metro C e sulla spesa corrente del Comune. Vice capo di gabinetto, tramontata l’opzione di Raffaele Marra, viene per il momento confermata Virginia Proverbio, che già ricopriva quel ruolo col commissario Francesco Paolo Tronca. «Una giunta forte e con le mani libere», dicono nell’entourage della Raggi.
Federico Pizzarotti, da Parma, scrive una lettera alla sindaca: «Sulla giunta decidi tu e imponiti». E poi: «Ti sembrerà di impazzire, scoprirai problemi enormi di cui nessuno ti aveva mai parlato, spesso riabbraccerai tuo figlio solo a tarda notte, e poi ci si metteranno le beghe interne con quelli che tu credevi sarebbero stati i tuoi migliori alleati, persone al cui fianco hai combattuto per anni».
Negli incontri di ieri, Raggi ha visto anche i responsabili della comunicazione di M5S Rocco Casalino e Ilaria Loquenzi. In ballo, infatti, c’è anche la questione del portavoce della sindaca e la posizione di Augusto Rubei. Per ora, i vertici pentastellati tirano un sospiro di sollievo: «Avevamo previsto — dice Luigi Di Maio — che sarebbero stati tutti contro Virginia e la sua giunta. Ma siamo un gruppo compatto e forte, una comunità. Per quanto provino a farci apparire come gli altri, ogni volta la loro disinformazione gli si rivolta contro come un boomerang. Per l’estate, consiglio la lettura della Settimana enigmistica . Lì i rebus ve li risolvete da soli e il risultato è sicuramente più attendibile». Carla Ruocco aggiunge: «La giunta è pronta e siamo già al lavoro». Già oggi potrebbe esserci la prima riunione informale. E spunta una voce: qualcuno già penserebbe di portare il Bilancio del Comune alla Corte dei conti per dichiarare una sorta di pre-default. Ipotesi, però, sulla quale persino Raggi sarebbe contraria. Giovedì si riunisce l’aula (ieri il gruppo M5S ha fatto le «prove tecniche»). L’èra Cinque Stelle, a Roma, comincia.