lunedì 4 luglio 2016

Corriere 4.7.16
Atta e gli altri. Se il jihadista è di buona famiglia
di Guido Olimpio

Mohammed Atta, il soldato perfetto dell’11 settembre, era un ingegnere. Come lo erano altri sette kamikaze del commando. Identico titolo di studio per la mente dell’attacco all’America, Khaled Sheikh Mohammed. E sono solo alcuni di tanti casi di laureati finiti nelle file del qaedismo, a cominciare dall’attuale leader, il medico Ayman Al Zawahiri. Una tendenza così consolidata da essere certificata nel 2009 da una ricerca ampia a livello internazionale. Un dato che torna oggi con i profili dei terroristi di Dacca. Giovani usciti da istituti prestigiosi e non certo dei disperati. Gli esperti hanno spesso spiegato il fenomeno con la difficoltà per molti giovani usciti dagli atenei di trovare lavoro. Frustrati, affascinati dalle teorie jihadiste, spinti dall’odio hanno messo a disposizione le loro capacità. Aiutati anche dall’approccio mentale «scientifico». È altrettanto vero che molti sono passati alla lotta armata perché il loro «gancio» era vicino al loro ambiente. Un amico, a volte un parente. Quando il Califfato ha aperto le porte ai volontari in arrivo dall’Occidente si sono presentati dei fuori di testa, ex criminali, tagliagole, ma anche secchioni, ragazzi di buona famiglia che hanno sgobbato sui libri fino al tilt che ha cambiato la loro vita. Come le tre giovani inglesi (ma di famiglia bengalese) scappate dalla Bethnal Academy di Londra per andare a sposare i combattenti a Raqqa. I reclutatori dell’Isis in Bangladesh hanno dedicato la loro attenzione agli ambienti professionali. Ben prima della strage l’intelligence aveva segnalato persone con un passato solido. Una scelta — spiegano — dello sheikh Al Hanifi, che dopo aver trascorso parte della sua vita in Canada è diventato il faro della fazione. È possibile che gli animatori del gruppo abbiano cercato di allargare la loro base unendo militanti di origini diverse. Gli inquirenti ritengono che lo Stato Islamico abbia cooptato una parte dei Mujaheddin Bangladesh, nucleo fondato nel 1998 e mai domo. Sommovimenti interni all’arena integralista violenta che hanno spinto il movimento Jund Al Tawheed Wal Khilafa a dichiarare l’appoggio ad Al Baghdadi. Una conferma di come la distinzione tra Isis e Al Qaeda si sia diluita o abbia provocato delle scelte di campo non in linea con la dirigenza.