sabato 2 luglio 2016

Corriere 2.7.16
Voto nullo, Vienna torna alle urne Ora la destra «vede» la presidenza
A maggio aveva vinto di un soffio il candidato dei Verdi Van der Bellen: tutto da rifare
La Fpö riproverà a diventare il primo movimento radicale a esprimere un presidente Ue
di Danilo Taino

VIENNA Rumori di referendum sulla Ue anche in Austria. Ieri, la Corte Costituzionale ha annullato il secondo turno delle elezioni presidenziali dello scorso 22 maggio — vinte per pochi voti dal Verde Alexander Van der Bellen sul nazionalista Norbert Hofer. Si dovranno ripetere a settembre o a ottobre: ciò lancia il Paese in una nuova campagna elettorale che si giocherà in gran parte sulla necessità o meno di seguire la Gran Bretagna fuori dall’Unione. «La questione del momento è la Brexit, lo sarà anche in autunno», ha detto Van der Bellen.
La Corte costituzionale ha giudicato un ricorso presentato da Heinz-Christian Strake, il leader del Partito della Libertà (Fpö), la formazione di destra radicale che ha condotto una campagna presidenziale su una piattaforma anti-immigrati, ha vinto il primo turno elettorale e ha sfiorato la maggioranza al ballottaggio.
La conta finale dei voti, il 22 e 23 maggio era in effetti stata curiosa. La sera del voto, dopo lo scrutinio delle preferenze espresse ai seggi, in testa era risultato il candidato dell’ Fpö, Hofer. Subito, però, i sondaggisti dicevano che i voti inviati per posta, non ancora in teoria scrutinati, avrebbero ribaltato la situazione. La mattina dopo, infatti, venivano contate le 740 mila schede postali e Van der Bellen sorpassava l’avversario per vincere con un margine di un po’ meno di 31 mila voti (50,3% a 49,7%).
La stranezza del processo e il sorpasso annunciato quando le lettere di voto in teoria erano chiuse insospettiva l’ Fpö, che svolgeva indagini e faceva ricorso alla Corte, sostenendo che in 94 dei 117 distretti elettorali si erano registrate irregolarità. Soprattutto, i voti inviati per posta erano spesso stati scrutinati in anticipo sui tempi previsti e senza la presenza dei funzionari della Commissione elettorale.
I giudici della Corte hanno così svolto un’indagine, sentito 90 testimoni e ieri hanno spiegato di non avere trovato prove di manipolazioni ma di avere stabilito che irregolarità erano in effetti avvenute e coinvolgevano 78 mila voti, più del doppio del margine di vittoria di Van der Bellen.
Tanto bastava loro per decidere di annullare il risultato e stabilire che il ballottaggio va ripetuto. Ricontare le schede è stato ritenuto non sufficiente per affermare un corretto funzionamento della democrazia. Van der Bellen, che avrebbe dovuto insediarsi l’8 luglio, dovrà dunque rigiocare la sfida a due. Nel frattempo, la presidenza a interim sarà tenuta da una troika parlamentare della quale — coincidenza — fa parte Hofer: dice che non ne approfitterà; certo, però, occuperà una posizione che nei prossimi tre mesi gli darà una statura non ancora guadagnata.
Ora, il Partito della Libertà, che aveva fatto onde alte sfiorando la presidenza, avrà una seconda chance per essere il primo movimento di destra radicale a esprimere un presidente in un Paese della Ue. Ma in una situazione europea ben diversa da quella del maggio scorso. Oggi, era del post-Brexit, può influire in misura non indifferente sul futuro europeo.
Domenica scorsa, Hofer ha sostenuto che se tra un anno la Ue non avrà cambiato pelle e non sarà diventata meno centralizzata e meno politica, l’Austria dovrà tenere un suo referendum sul rimanere o meno. Da presidente, se in autunno venisse eletto, non potrebbe convocare il referendum, ma avrebbe una notevole influenza su un parlamento e su un quadro politico in pieno disorientamento.
Il fatto è che un referendum in Austria, Paese che a differenza del Regno Unito fa parte dell’Eurozona, metterebbe la moneta unica sotto pressioni fortissime. Al momento, questo scenario è lontano, non probabile: gli austriaci non vogliono uscire dalla Ue, quindi l’Fpö dovrà essere prudente. La situazione austriaca, però, conferma che l’Europa è entrata in quelle fasi in cui ogni crisi ha un effetto moltiplicatore che ne crea altre.
Danilo Taino