lunedì 18 luglio 2016

Corriere 18.7.16
«Non è stata una farsa ma aiuterà il potere nella caccia alle streghe»
di Sara Gandolfi

Istanbul «No, non è stato un golpe “finto”, ma Erdogan sicuramente lo userà per consolidare il suo potere e liberarsi degli oppositori». Can Dündar, il giornalista e direttore del quotidiano turco Cuhmuriyet , condannato in primo grado, nel maggio scorso, a cinque anni e dieci mesi per «rivelazione di segreto di Stato», resta una delle poche voci del dissenso che non esita ad esporsi, nonostante tutto. Assieme al collega Erdem Gül, è salito alla ribalta internazionale dopo aver pubblicato un articolo in cui rivelavano il traffico di armi gestito dai servizi segreti di Ankara fra la Turchia e la Siria: sono stati perseguitati penalmente e incarcerati, anche a seguito di un esposto alla magistratura dello stesso Erdogan. Can, ora in attesa del processo d’appello, risponde a tutte le domande tranne una.
Pensa che l’attuale crisi fra Turchia e Stati Uniti comprometterà la lotta all’Isis in Siria e al terrorismo in Europa?
«Non sono sicuro, preferisco non rispondere».
Qual è la sua opinione sui fatti di venerdì?
«Non bisogna dubitare di un tentativo in cui hanno osato bombardare il Parlamento e il Palazzo presidenziale. È stato un reale tentativo di colpo di Stato, condotto con poco cervello».
In un tweet lei ha scritto che l’Akp (il partito del presidente, ndr ) ha tratto molti vantaggi dai due precedenti colpi di Stato. Succederà anche con questo?
«Perlopiù sì... Subito dopo il golpe, Erdogan ha detto: “Questa sollevazione per noi è un regalo di Dio perché ci darà il motivo per ripulire il nostro esercito”. Ha già ripulito le forze armate, arrestando 3 mila soldati, e poi tremila giudici e pubblici ministeri. Molti altri seguiranno».
Le piazze sono piene di sostenitori di Erdogan. Quale sarà la sua prossima meta?
«Voleva essere il Sultano della Turchia... Presidente di un sistema politico non-secolare, autocratico, repressivo».
Oggi (ieri, ndr ) il suo quotidiano ha titolato «La soluzione non sono né i cannoni dei militari né la negazione della Costituzione». Ma che spazio resta per l’opposizione e la società civile in Turchia?
«Dipende da noi, le forze democratiche di questo Paese. Se falliremo nell’unire le nostre forze per difendere i valori democratici, i nostri stili di vita, le libertà, le nostre radici secolari, la libertà di stampa, lo Stato di diritto, l’eguaglianza fra uomo e donna, la Turchia perderà il suo futuro assieme al suo volto moderno».
La libertà di stampa è sempre stata minacciata. La situazione rischia di peggiorare?
«Una delle prime decisioni prese dal governo dopo il tentativo di golpe è stata di bloccare l’accesso a diversi siti di informazione oltre che a Twitter, Facebook e YouTube... I mezzi di informazione filo-governativi hanno già iniziato la caccia alle streghe contro i giornalisti d’opposizione. La situazione peggiorerà sicuramente per i media in generale, con un potere ancora più forte nelle mani di Erdogan».
Lei ha criticato aspramente l’accordo fra Unione Europea ed Ankara, accusando la Ue di aver «tradito i valori democratici». Ma venerdì notte i leader europei non hanno preso subito una posizione netta in favore del governo Erdogan. L’alleanza è fragile?
«Hanno aspettato finché è stato chiaro che il colpo di Stato era fallito; l’ennesimo comportamento vergognoso. L’Europa da tempo sta reagendo in base all’interesse del momento, non ai suoi principi fondamentali. Lo sanno che una Turchia più autocratica potrebbe minacciare l’accordo fra Ue e Turchia sui migranti. Devono capire che non è in pericolo soltanto quell’intesa, ma anche il nostro futuro comune ».