sabato 16 luglio 2016

Corriere 16.7.16
Le fantasiose ricette di Trump contro il califfato
di Giuseppe Sarcina


La strage di Nizza ha spiazzato anche l’intelligence americana. Gli esperti di terrorismo appaiono cautamente divisi. C’è chi sostiene che la chiave sia il Califfato in Siria e Iraq; chi ritiene che esista un problema specifico della Francia. Donald Trump, invece, non ha dubbi: «Io so come si sconfigge il terrorismo», ha dichiarato ieri. Poi ha fornito diverse versioni, in almeno due interviste televisive. Una alla conservatrice Fox , dove è sembrato quasi assecondare il popolare conduttore, Bill O’Reilly. «Dichiarerebbe guerra all’Isis?» la domanda. «Certo», ha risposto Trump. «Chiederebbe al Congresso di farlo, coinvolgerebbe la Nato?» «Lo stavo per dire io, coinvolgeremo la Nato – ha replicato il front-runner repubblicano». Con la Cnn, invece, Trump ha sostenuto una strada economica: «Dobbiamo togliere il petrolio ai terroristi».
Nei comizi Trump ha spesso insistito su un punto: non bisogna svelare i piani per non dare un vantaggio ai terroristi. E sempre alla Cnn l’altro ieri ha ripetuto un concetto simile: «Dobbiamo essere intelligenti, non agitare troppo le nostre intenzioni». Però nel giro di ventiquattrore Trump ha prefigurato una dichiarazione di guerra da parte del Congresso (l’ultima risale alla Seconda guerra mondiale), la mobilitazione della Nato, una specie di embargo petrolifero.
L’ex senatore repubblicano Newt Gingrich, sperando forse di acciuffare un posto in un’eventuale amministrazione Trump dopo che la candidatura per la vicepresidenza è andata a Mike Pence, ha chiesto di sottoporre i musulmani d’America a un test. Chi è a favore della sharia, la legge islamica, se ne deve andare.
Qualche mese fa, però, lo stesso Gingrich aveva rilasciato una dichiarazione che oggi appare più calzante: «Nessuno sa come sarebbe la presidenza Trump, nessuno sa come si comporterebbe. Non lo sa neanche lui».